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News relative alle attività dell’Associazione Culturale Piazza del Mondo

Gioacchino Rossini, tra sorriso e malinconia. Il quotidiano esercizio della creatività, che mai dismise, anche lontano dalle scene. E le mitiche serate musicali parigine ambitissime dalla grande società, convivi squisiti di arte, conversazione e menù accuratissimi. Se ne tratta in un incontro culturale e in un concerto organizzati dall’Associazione culturale “Piazza del mondo” a Trento

20 Aprile 2018
10:30 ama1:00 pm

Gioacchino Rossini, tra sorriso e malinconia. Il quotidiano esercizio della creatività, a Parigi, ormai lontano dalle scene. Pezzi pianistici, musica vocale da camera: contenere, ridurre, e insieme lo spiazzamento ironico. Solo apparentemente a contrasto, il Rossini sovrano di serate musicali parigine ambitissime dalla grande società, tra musica e buon cibo. La passione per la cucina fu pari a quella musicale. Si riforniva dei migliori ingredienti da corrispondenti selezionati per la sua cucina. I convivi squisiti di arte e società non mancavano mai delle migliori composizioni culinarie, cui spesso sovrintendeva in proprio lo stesso padrone di casa.

Di questo si tratta in un incontro culturale e in un concerto  organizzati dall’Associazione culturale “Piazza del Mondo” a Trento. 

Venerdì 20 aprile 2018, alle 10.30, nell’Aula Magna del  Liceo “Rosmini” di Trento in via Malfatti 2,  in occasione delle celebrazioni per il centocinquantenario della morte di  Gioachino Rossini (1792-1868),  si terrà l’incontro culturale e  musicale Rossini tra note e leccornie,  con il musicista e chef Raffaele De Feo, autore di Rossini: il sapore della musica (Aras edizioni, Fano, 2017). Presenta la Professoressa Giuliana Adamo (Trinity College Dublin). De Feo illustrerà, in modo sapiente e trascinante,  il rapporto tra l’arte musicale e la sopraffina arte culinaria del grande compositore pesarese, la cui casa parigina divenne una meta ambitissima nella Parigi bene del suo tempo, grazie alla sua sapienza gastronomica di grand gourmand.

Il dialogo  sarà seguito alle 11.30 dal concerto Rossini: il sorriso, la malinconia con i pianisti Cosimo Colazzo e Maria Rosa Corbolini, che interpreteranno musiche di Gioachino Rossini e Erik Satie.

Gioacchino Rossini – di cui ricorre quest’anno il centocinquantesimo anniversario dalla morte, quindi oggetto particolare di celebrazioni in tutto il mondo – è un compositore complesso e multiforme: conoscitore del mondo dell’opera e delle voci in tutti gli aspetti, ma anche dotatissimo di sapienza strumentale; artigiano raffinato capace di funambolici virtuosismi e insieme inventore originale di espressioni nuove. E poi la sua vita avventurosa in un mondo che l’acclamò come campione della musica ovunque, e insieme preda – spesso – di malinconia e depressione. Abbandona precocemente le scene per dedicarsi a una pratica musicale costante quanto privata, di composizione per sé e per gli amici, in convivi d’arte e di gusto. In lui fu viva la passione per la cucina. Da ognuno dei luoghi che lo videro protagonista in palcoscenico, Rossini si approvvigionava del meglio della produzione enogastronomica di eccellenza. Grazie anche al supporto e continuo rifornimento di derrate alimentari pregiate da parte di suoi ammiratori e conoscenti riuscì a codificare per la prima volta nella storia un articolato e complesso menù contenente il meglio della produzione tipica italiana. C’è uno stile rossiniano della cucina, che è possibile ricostruire, anche per le risonanze che reca con il tratto culturale e stilistico della sua musica.

C’è un tratto della sua personalità, per cui il gioco, il sorriso e l’ironia diventano maschere di un umore contrario, dove prevale il senso di non incidere sulla realtà, di una mancanza, del deperire delle cose e della vita.

In una dimensione conviviale maggiormente circoscritta e privata, dove prevalga una socialità riconoscibile, amicale, Rossini sente di regolare e misurare meglio la propria vita. Così la cucina – da lui amata con passione viva, sia come commensale che direttamente come creatore di piatti – diventa elemento essenziale di una visione delle cose e del mondo. Da qui le mitiche cene in casa Rossini a Parigi e le serate musicali con amici, artisti, poeti, musicisti, che diventano – dal momento che vengono celebrate come veri e propri eventi – meta ricercata di grandi e influenti figure della finanza, dell’industria, della politica.

Rossini scrive pezzi pianistici, nella seconda lunga fase della sua vita, che giocano con i generi, inducono come un costante distanziamento ragionante,  fanno sorridere, evocando già nei titoli una volontà  d’umorismoaltro che una romantica diffusione di espressività. 

E’ questo che rende Rossini un ‘inattuale’ nel clima ottocentesco del romanticismo. C’è una proiezione al moderno, che fu avvertita da autori rivolti al Novecento, come Satie, ad esempio, che ne colse il senso di una musica che voleva essere antiretorica, ironica e autoironica, spiazzante e divergente. 

Nel concerto si tratta di questo, con le musiche pianistiche di Rossini dai Péchés de vieillesse, con Parade di Satie per pianoforte a quattro mani, insieme con un sorprendente Schoenberg trascrittore del Barbiere, per pianoforte a quattro mani.

La manifestazione, che si compone di un incontro culturale e di un concerto tematizzati intorno alla figura e all’opera di Rossini attraverso diverse chiavi di lettura, è organizzata dalla Associazione culturale Piazza del Mondo, nell’ambito della serie Sapere e Futuro – grazie al contributo della Fondazione CARITRO (Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto) e di Consorzio Comuni BIM dell’Adige, con la collaborazione di MUSE Museo delle Scienze e di Associazione culturale MotoContrario, con il «Corriere del Trentino» come Media Partner -, e con il patrocinio del Comitato per le celebrazione del 150° anniversario dalla morte di Rossini.

Gli eventi di “Sapere e futuro” muovono da un intento di divulgazione e partecipazione culturale indirizzato soprattutto ai più giovani per contribuire a  suscitarne l’interesse e la curiosità necessari per scegliere, pensare, preparare e costruire il loro futuro.  In questa occasione inoltre, il pubblico ascolterà alcuni pezzi del repertorio musicale di Rossini e di chi, come il grande Satie, lo ha rivisitato e reinterpretato, a segnalare  la vitalità e l’importanza della continuità e delle rotture con la tradizione.

Si tratta di un’opportunità di grande arricchimento culturale e musicale.

 

Notizie anche sul sito dell’Associazione Piazza del Mondo: www.piazzadelmondo.it.  In particolare alle pagine: http://www.piazzadelmondo.it/wp/sapere-e-futuro/2017-18/eventi-2018-apr-mag

http://www.piazzadelmondo.it/wp/sapere-e-futuro/2017-18/eventi-2018-apr-mag/rossini-il-sorriso-la-malinconia

I due eventi sono tra quelli segnalati dal Comitato per le celebrazioni del 150° Anniversario dalla morte di Gioacchino Rossini.

Qui per l’incontro culturale:

http://www.gioachinorossini.it/it/celebrazioni/gioacchino-rossini-tra-note-e-leccornie-trento/

Qui per il concerto:

http://www.gioachinorossini.it/it/celebrazioni/gioacchino-rossini-il-sorriso-la-malinconia-trento

INFO: Associazione culturale ‘Piazza del Mondo’ – web: www.piazzadelmondo.it – email: segreteria@piazzadelmondo.it

Giornata della Memoria. Per non dimenticare le persecuzioni razziali e lo sterminio, per ricordare la Resistenza. Una lunga serie di eventi organizzati da “Piazza del mondo”: concerti, letture, improvvisazioni musicali e poetiche

21 Gennaio 2018
3:00 pma9:00 pm

“Giornata della memoria: come pietre d’inciampo”. Una lunga serie di eventi – domenica 21 gennaio – alla Sala della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, per non dimenticare gli orrori nazifascisti delle persecuzioni razziali e dello sterminio e per ricordare la Resistenza: concerti, letture, performance improvvisative, altri eventi. Dalle 15 alle 21, una lunga giornata della memoria, organizzata dall’Associazione Culturale “Piazza del Mondo” nell’ambito del progetto “Prospettive dell’identità”.


Musica e poesia, memoria e futuro, musiche nuove, musiche del passato, improvvisazioni musicali e poetiche: tutto questo scandirà, domenica 21 gennaio 2018, dalle ore 15 alle ore 21 – alla Sala Conferenze della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto di Trento,  sede di Trento via Calepina 1 – una giornata intensa, culturale e musicale, dedicata ad onorare la memoria delle vittime della Shoa.

Percorsi della memoria: come pietre d’inciampo è il titolo dell’iniziativa, che raccoglie una vasta serie di eventi. A organizzare la manifestazione è l’Associazione culturale Piazza del Mondo di Trento (in collaborazione con l’Associazione culturale MotoContrario) fortemente attiva sui temi dell’impegno civile e della divulgazione presso i giovani delle istanze del sapere e della conoscenza, insieme con l’apertura al nuovo. Prospettiva storica e proiezione al futuro sono due lati di una tensione necessaria affinché il senso di sé, della propria identità, maturi in senso positivo, verso dinamiche realizzative e progettuali. Prospettive dell’identità è il titolo – significativo in questo senso – di un più vasto progetto dell’Associazione Piazza del Mondo, in cui rientra anche quest’iniziativa, che vuole esprimere il senso della memoria e insieme essere denuncia contro razzismo, violenza e intolleranza.

Quattro concerti scandiranno la lunga giornata culturale (con interpreti di rilievo quali Andrea Mattevi alla viola, Emanuele Dalmaso e Mattia Grott ai sassofoni, Maria Rosa Corbolini e Cosimo Colazzo al pianoforte, e il soprano Patrizia Zanardi), alternati a momenti di lettura di brani letterari e poetici, di testimonianze e di ricostruzione storica (scelti a cura di Giuliana Adamo), a momenti di improvvisazioni musicali e poetiche (con Ettore Filippi e il MotoContrario ensemble), e a momenti musicali in cui saranno protagonisti giovani musicisti (studenti del Conservatorio “Bonporti” di Trento).

Il programma è dedicato alla memoria degli offesi per fare ricordare e riflettere gli ascoltatori attraverso la sollecitazione del suono e della parola.

Alle ore 15.00 apre la giornata Andrea Mattevi, che esegue alla viola brani di Ligeti, Bach, Hindemith e Telemann, in un concerto dal titolo La memoria, il domani.

Segue un intervento musicale di studenti del Conservatorio di musica di Trento, delle Scuole di Pianoforte dei docenti Maria Rosa Corbolini, Laura Di Paolo, Mario Coppola, Fabio Consoli: alle 15:45 il primo degli interventi, cui seguiranno nell’arco della giornata altre finestre alle 17:15 e alle 18:45. Si potranno così ascoltare (in questi interventi cui è stato dato titolo Spazio giovani: il nostro futuro) musiche di Bach, Beethoven, Mendelssohn, Chopin.

Anche le letture, a cura di Giuliana Adamo, scandiranno ad orari dedicati (16:00; 17:30; 19:00; 20:15) la giornata, con un loro spazio dedicato dal titolo Antigiudaismo e razzismo: le nostre voci contro. I pezzi musicali saranno così intervallati dalla lettura di brani provenienti da opere importanti sulla tragedia nazista, sul razzismo e sull’intolleranza. I testi scelti sono tratti da: Primo Levi, Se questo è un uomo (I ed. 1947); Giuliana Adamo, Vittore Bocchetta: una vita contro. Ribelle, antifascista, deportato, esule, artista (2012); David Nirenberg, Antigiudaismo. La tradizione occidentale (I ed. Inglese 2013; traduzione italiana di Giuliana Adamo e Paolo Cherchi  2016); Paul Celan da Poesie (Meridiano, Mondadori, 1998, a cura di Giuseppe Bevilaqua), Antonella Anedda Angioy dalla raccolta Notti di pace occidentale (2001).

Le improvvisazioni poetiche e musicali coinvolgeranno la voce di Ettore Filippi e il MotoContrario ensemble (che potrà allargarsi ad altri musicisti presenti) in varia formazione. Poesie di Edmond Jabes e di Paul Celan, come di altri autori legati alla cultura ebraica o che hanno vissuto le persecuzioni fasciste e naziste, saranno la base di un’interpretazione vocale che si spingerà verso la penetrazione sonora del testo insieme con una musica improvvisata che nasce aperta all’incrocio di comuni tensioni creative: alle 16:15, alle 17:45, alle 19:15, alle 20:30).

Il duo pianistico composto da Cosimo Colazzo e Maria Rosa Corbolini, sarà impegnato, nella formazione a quattro mani, alle ore 16:30 in un concerto (dal titolo: Resistenza contro il fascismo. La musica di Lopes-Graça), che ha in programma musiche di Fernando Lopes-Graça, autore perseguitato sotto il lungo regime fascista di Salazar in Portogallo. La sua musica si lega al folclore contadino portoghese, che viene messo in una relazione di tensione con le ricerche musicali più avanzate, costituendosi in questo modo come linguaggio personale e insieme come messaggio politico, che valorizza la ricchezza e l’autonomia della cultura contadina.

Alla 18:00 il soprano Patrizia Zanardi interpreterà brani musicali di Cosimo Colazzo, in duo con il compositore al pianoforte), su testi di vari autori (Luigi Reitani, Maria Attanasio, Antonella Anedda, Giovanni Pascoli, Emilio Villa), in un concerto dal titolo Poesia e musica: Performative Arts Today. (Ricordiamo per inciso che il concerto avrà una sua replica il 2 febbraio prossimo a Dublino, presso il Trinity College, nell’ambito di una giornata internazionale dedicata al tema Performative Arts Today, organizzata dal Trinity College di Dublino, in collaborazione con Ambasciata d’Italia, Istituto Italiano di Cultura a Dublino e la stessa Associazione Piazza del Mondo).

Concerto conclusivo sarà quello dal titolo Dialoghi, che coinvolge il duo di sassofoni composto da Emanuele Dalmaso e Mattia Grott, che eseguirà musiche di Hindemith, Koechlin, Carro, Zare, Grott.

Sarà una giornata lunga e intensa di riflessione, memoria, produzioni e lanci creativi, in cui le parole poetiche e letterarie che cercano, rispettivamente, di esprimere la verità del male e del dolore e di portare testimonianza sull’indicibile che uomini hanno perpetrato ai danni di tanti milioni di altri uomini, saranno arricchite dalle note della musica: unico linguaggio capace di andare oltre, aldilà di traduzioni, comparativismi, incomprensioni nella trasmissione del messaggio.

Si tratta di un’opportunità di arricchimento per la società civile, di grande portata culturale, letteraria e musicale. Da non perdere.

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Il programma:

Associazione culturale “Piazza del Mondo”

in collaborazione con Associazione culturale “MotoContrario”

e Conservatorio di musica “F.A. Bonporti” di Trento

 Domenica 21 gennaio 2018

PERCORSI DELLA MEMORIA: COME PIETRE D’INCIAMPO

per la Giornata della Memoria 2018

Sala Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto – Trento, Via Calepina 1

 15:00 | La memoria, il domani | Andrea Mattevi (viola)

15:45 – 17:15 – 18:45 | Spazio giovani: il nostro futuro | Interpreti Studenti del Conservatorio di musica “F.A. Bonporti” di TrentoScuole di Pianoforte, docenti Maria Rosa Corbolini, Laura Di Paolo, Fabio Consoli, Mario Coppola

16:00 – 17:30 – 19 – 20:15 | Antigiudaismo e razzismo. Le nostre voci contro | Letture scelte a cura di Giuliana Adamo

16:15 – 17:45 – 19:15 – 20:30 | Improvvisazioni musicali e poetiche | a cura di Ettore Filippi e MotoContrario ensemble

16:30 | Resistenza contro il fascismo. La musica di Lopes-Graça | Duo pianistico, pianoforte a quattro mani Cosimo Colazzo, Mariarosa Corbolini con la collaborazione di Patrizia Zanardi (voce recitante)

18:00 | Poesia e musica: Performative Arts Today | Patrizia Zanardi (soprano), Cosimo Colazzo (pianoforte)

19:30 | Dialoghi | Duo sassofoni Emanuele Dalmaso, Mattia Grott

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Si ringrazia il Conservatorio di musica “F.A. Bonporti” per la collaborazione

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INFO: Associazione culturale ‘Piazza del Mondo’ – web: www.piazzadelmondo.it – email: segreteria@piazzadelmondo.it

Piazza del Mondo a Dublino per “Performative Arts Today” manifestazione internazionale organizzata dal Trinity College di Dublino

2 Febbraio 2018
9:00 ama7:00 pm

“Piazza del Mondo” collabora a “Performative Arts Today”, manifestazione internazionale organizzata dal Trinity College di Dublino (con la collaborazione di Ambasciata d’Italia, Istituto Italiano di Cultura a Dublino, e di Ass.ne “Piazza del Mondo” di Trento), a Dublino, venerdì 2 febbraio. Nell’ambito della manifestazione, un concerto con la produzione ultima (dal 2015 al 2017) di Cosimo Colazzo per voce e pianoforte. Interpreti Patrizia Zanardi (soprano), Cosimo Colazzo (pianoforte).


L’Associazione Culturale Piazza del Mondo di Trento ha avviato, con il 2018, un nuovo progetto dal titolo Prospettive dell’identità, che ruota intorno al tema, oggi cruciale, dell’identità, oggetto di spinte contrastanti: verso la globalizzazione da una parte, e verso localismi sempre più chiusi dall’altra. Lo fa con i mezzi della riflessione, dell’approfondimento di ricerca, del dibattito e con quelli dell’arte e della performance. Lo ha fatto il 21 gennaio scorso, a Trento alla Sala della Fondazione CARITRO, con una Giornata interamente dedicata (dalle 15 sino alle 22) al tema della memoria, vissuto attraverso letture, concerti, momenti di performance improvvisativa, e altri eventi: per non dimenticare la violenza nazi-fascista che colpì ebrei e oppositori, e ricordare l’esempio della resistenza.

Continua nella linea di un approfondimento del tema, partecipando a un evento internazionale a cui porta la sua collaborazione, dal titolo Performative Arts Today, che si svolge a Dublino venerdì 2 febbraio prossimo presso il Trinity College. Un’intera giornata di riflessioni e espressioni artistiche, che discute “lo stato delle arti creative nella nostra società di oggi, attraverso un dialogo performativo tra poesia, arti visive, architettura, musica e traduzione”. Questa manifestazione internazionale è organizzata dal Trinity College in collaborazione con Ambasciata d’Italia, Istituto Italiano di Cultura a Dublino e la stessa Associazione culturale Piazza del Mondo di Trento.

Uno degli eventi di venerdì consisterà, alle ore 18, presso il Trinity College di Dublino, in un concerto con composizioni recenti di Cosimo Colazzo – compositore trentino docente al Conservatorio  di musica “Bonporti”di Trento  – eseguite dal soprano Patrizia Zanardi (voce di straordinaria qualità che ha calcato importanti scene internazionali) e dallo stesso Cosimo Colazzo al pianoforte.

Performative Arts Today ha chiamato a raccolta figure e relatori di fama internazionale a riflettere sui modi in cui l’arte oggi esprime la sua identità.

Il progetto coinvolge otto relatori di fama internazionale: Antonio Presti, presidente, promotore artistico e creatore della Fondazione Fiumara d’arte; Giuseppe Sterparelli, cineasta e studioso d’arte; Eiléan Nì Chuillenáin, poetessa irlandese e professore di poesia irlandese; Antonella Anedda Angioy, studiosa e poetessa italiana; Maurizio Boldrini, esperto di teatro; Giorgio Maria Cornelio e Luca Matteo Rossi, cineasti; Cosimo Colazzo, compositore e direttore d’orchestra; Patrizia Zanardi, soprano.

Colazzo sarà impegnato in un concerto monografico di sue composizioni recenti legate a progetti che l’hanno visto coinvolto a livello internazionale. Infatti una certa parte di esse ha visto la prima assoluta negli Stati Uniti.

Il concerto avrà avvio con una composizione – Eresie fragili ponti IV (2017) – che viene presentata in prima assoluta in quest’occasione nella versione per voce recitante e pianoforte. Le parole di Luigi Reitani – rivisitate e fortemente ricombinate da Colazzo – aprono una riflessione sul tema della traduzione, che non può essere puro specchio dell’originale, ma introduce elementi d’interpretazione: eresie e fragili ponti la contraddistinguono affinché riesca nell’impresa di veicolare l’originale riplasmandolo in un nuovo contesto. Il programma prosegue con brani per canto e pianoforte. In un gruppo di essi, la tendenza ormai chiara in Colazzo, nella produzione vocale, a un’espressività massimamente calibrata in tutti gli aspetti del canto –  quantità, durate, accenti, profili – determina un eloquio musicale naturale e nel contempo originale, particolare del suo mondo sonoro. Agisce una calibratura essenzialissima della vocalità e dei contesti che l’accompagnano, distillati sin quasi al nulla, al vuoto. In questo senso si disegna il programma con Notte che oscilli al vento (2016) su testi della poetessa e scrittrice Maria Attanasio (parola scavata, essenziale, mai ridondante la sua); Piano intorno al vuoto (2015), su versi di Antonella Anedda (parola sottratta, rastremata); E allora la voce, la morte (2017), su testi di Giovanni Pascoli, partitura questa che spinge all’estremo il senso della sospensione, del silenzio che fiorisce di presenze sonore. L’ultimo brano, Tenzone (2016) – significativamente sui versi di Emilio Villa, grande poeta sperimentatore, autore di versi feroci, frutto di derive foniche, di inneschi esplosivi della phoné, – si connota diversamente, come musica satura di stratificazioni poliritmiche, vitalissima di azione e gesto.

Performative Arts Today, la manifestazione dublinese entro cui si colloca il concerto con le ultime produzioni di Cosimo Colazzo, si propone di discutere lo stato delle arti creative nella nostra società di oggi, attraverso un dialogo performativo tra poesia, arti visive, architettura, musica e traduzione. L’evento presenterà teorie e pratiche innovative delle arti creative contemporanee e indagherà nuove possibilità di relazione tra le arti e la società di oggi. Intende incoraggiare nuove reti di ricerca e promuovere progetti interdisciplinari, per contribuire, attraverso l’arte, alla riflessione – nell’odierna società globale – sulla nostra comunità multiculturale,  che ha bisogno vitale di dialogo e creatività.

Il progetto si basa su due principali domande di ricerca. I) Un esame dell’influenza sulle arti performative del mondo tecnologico e multiculturale in cui viviamo oggi. Vengono presentati alcuni esempi di alternative e linee di ispirazione di realtà e azioni nel campo delle Arti Contemporanee Performative e Creative. Gli otto ospiti sono variamente coinvolti in progetti innovativi che supportano strategie e interazioni interdisciplinari. II) Una discussione sull’importanza e il significato delle arti performative nella nostra comunità globale oggi. Si intende promuovere un modello di collaborazione nel campo del performativo basato su approcci multipiattaforma: dove artisti e studiosi con le loro diverse discipline e background possono condividere il potenziale della loro ricerca in una prospettiva inclusiva più ampia per la promozione di progetti di successo e significativi .

Maurizio Boldrini, direttore della Scuola di Dizione, Lettura e Recitazione Minimo Teatro (Macerata) e esperto di forme linguistiche espressive in teatro, eseguirà letture di poesia sperimentale e darà una lezione sulle tecniche sperimentali teatrali.

Il critico d’arte Giuseppe Sterparelli presenterà il suo film Variations. Una polifonia visiva (2017) sulla fertile collaborazione del celebre artista visivo internazionale Alberto Burri (1915-1995) e il poeta multilingue Emilio Villa (1914-2003), con la splendida fotografia di Lisa Rinzler, una delle collaboratrici di Wim Wenders.

Ci sarà una conversazione sulla poesia e le pratiche di traduzione tra due rinomati poeti Eiléan Nì Chuillenáin e Antonella Anedda e la loro performance di lettura di poesie, seguita da una discussione sulla relazione dei poeti con le lingue nelle società multiculturali e globali di oggi.

Un panel sarà dedicato al tema Arts and living spaces e ospiterà – per la prima volta in Irlanda – l’artista ed esperto di land art Antonio Presti, famoso mecenate siciliano delle arti che negli anni ottanta ha fondato Fiumara d’Arte: un immenso spazio nel nord della Sicilia che ospita un’esposizione perenne di sculture realizzate da alcuni tra i più rinomati artisti del mondo e che non è solo un luogo pubblico per la promozione dell’arte ma uno spazio in cui vive il territorio siciliano. Un luogo destinato a incoraggiare le persone a pensare il loro rapporto con lo spazio e a vivere insieme e con le Arti.

Sarà proiettato un film scritto e diretto da due attuali studenti di TCD Creative Arts, Giorgio Maria Cornelio e Luca Matteo Rossi, che fanno ricerca nel campo del cinema sperimentale: il cortometraggio, intitolato Come una tomba di una pietra, come culla di un star (2017), è una rappresentazione di un viaggio dall’Italia all’Irlanda che mostra i legami tra questi paesi in un collage interdisciplinare di diverse forme di comunicazione.

La manifestazione si concluderà con il concerto che presenta la produzione ultima di Cosimo Colazzo per voce e pianoforte, dialogo intenso tra musica e poesia: nei segni della sottrazione e del silenzio, del vuoto; o, per converso, della saturazione poliritmica che non lascia tregua

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Si prega di visitare i seguenti siti:

– Per un’idea di Fiumara d’Arte: www.ateliersulmare.it  (clicca su “Fiumara d’arte” dal menu in alto)

– Per la musica di Cosimo Colazzo: www.cosimocolazzo.it

– Per l’evento sul sito del Trinity College: https://www.tcd.ie/trinitylongroomhub/whats-on/details/event.php?eventid=126419744

 

CONTRO LE MAFIE. VOCI DALLA SOCIETA’ CIVILE. UN INCONTRO CON EDOARDO ZAFFUTO (CO-FONDATORE DI ADDIOPIZZO). E UN CONCERTO CON MOTOCONTRARIO ENSEMBLE.

17 Novembre 2017
9:00 ama11:00 am
19 Novembre 2017
11:00 ama1:00 pm

Nuova stagione di eventi per la rassegna “Sapere e futuro” organizzata dall’Associazione culturale “Piazza del mondo” di Trento. Edoardo Zaffuto, cofondatore di “Addiopizzo” sarà protagonista di un incontro pubblico sul tema del contrasto alle mafie attraverso concreti interventi nel corpo della società civile. L’incontro si terrà a Mezzolombardo all’Istituto Martini venerdì 17 novembre alle ore 9:00. Introduce Giuliana Adamo (Trinity College Dublin). L’ingresso è libero.
Domenica 19 novembre si terrà un concerto alla Sala Caritro a Trento alle ore 11.00 con il MotoContrario ensemble. Anche per quest’evento l’ingresso è libero.


La Sicilia è luogo di incanto e di tempi sospesi, ma è anche terra di riscatto e proteste, terra di innovazione. Qui sono nati movimenti estremamente dinamici e di forte impatto dal punto di vista culturale.
Una di queste esperienze è quella di Addiopizzo, movimento, associazione, comitato che combatte la mafia, e non solo a parole. Con una militanza molto aderente al concreto, ai fatti, riuscendo a cambiare molto nelle mentalità e nei comportamenti.
Di questo si parlerà grazie a un evento organizzato dall’Associazione Culturale Piazza del mondo di Trento. Venerdì 17 Novembre alle ore 9.00, all’Istituto “Martini” di Mezzolombardo, si terrà, infatti, un incontro con Edoardo Zaffuto dal titolo: Addiopizzo: la Sicilia che si ribella alla Mafia. Introduce l’incontro Giuliana Adamo docente al Trinity College di Dublino.
Si tratta del primo incontro, nell’a.a. 2017-2018, organizzato dalla Associazione Piazza del Mondo, nel suo secondo anno di attività, all’interno della serie Sapere e Futuro che ha riscosso un grande successo nell’anno passato. Sapere e futuro muove da un intento di divulgazione e partecipazione culturale  rivolto soprattutto ai più giovani per contribuire a  suscitarne l’interesse e la curiosità necessarie alle scelte che faranno per pensare, preparare e costruire il loro futuro.
Sapere e Futuro è un’iniziativa realizzata con il contributo di Fondazione CARITRO, Consorzio BIM dell’Adige, con la collaborazione di MUSE Museo delle Scienze e Associazione Culturale MotoContrario. Media partner dell’iniziativa è il quotidiano “Corriere del Trentino”.
Edoardo Zaffuto è uno dei fondatori del Comitato Addiopizzo, movimento antimafia nato la mattina del 29 giugno 2004  quando Palermo, al suo risveglio, trovò il proprio centro  storico tappezzato di adesivi listati a lutto con la scritta: Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità. Da allora Addiopizzo è impegnato principalmente sul fronte della lotta al racket delle estorsioni mafiose (il cosiddetto pizzo).
Zaffuto è quotidianamente attivo nella resistenza contro la mafia in Sicilia. Rivolgendosi al pubblico nell’Aula Magna dell’Istituto Martini – che sarà innanzitutto composto da giovani studenti, da docenti, e da quanti siano interessati a quest’importante iniziativa di impegno civico – racconterà la sua esperienza, il processo intrapreso, i risultati raggiunti grazie ad un coinvolgimento sempre maggiore della popolazione. Zaffuto parlerà anche dei nuovi progetti che stanno prendendo forma nella strenua lotta per la difesa dei diritti di chi fa l’imprenditore e di chi vuole vivere dignitosamente la propria vita lavorativa e non, senza cedere alla sopraffazione della mafia che ingiunge il pagamento del ‘pizzo’ parassitizzando il lavoro.
Addiopizzo è un’esperienza di reale contrasto perché, togliendo consistenza alla cultura della paura e dell’omertà su cui prosperano le mafie, raccoglie e convoglia la volontà di impresa in progetti che possono creare preziose occasioni e posti nel mondo del lavoro.  In virtù di questo, Addiopizzo si è fatto promotore di una diversa cultura del consumo, volta a sostenere le imprese affrancatesi dalla morsa letale del pizzo e ad assicurare dignità al lavoro di ciascuno. Zaffuto racconterà del contesto in cui opera Addiopizzo, della «rivoluzione culturale», delle nuove prospettive di sviluppo economico libere dalle imposizioni e resistenti alle intimidazioni, nel quadro di una Sicilia che si batte per il cambiamento, giorno dopo giorno.

Di seguito all’incontro del 17 novembre, e in continuità con i temi con affrontati da Zaffuto, domenica 19 novembre alle ore 11.00, nella Sala della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, a Trento, si terrà il concerto  Incanto e ribellioni del MotoContrario Ensemble (Cosimo Colazzo – pianoforte e direzione, Emanuele Dalmaso – sax, Marco Longo – pianoforte, Andrea Mattevi – viola, Riccardo Terrin – tromba).
Si tratta di due iniziative di grande portata civile e culturale che sarebbe bene non perdere.
Si ricorda, infine, che tutti gli eventi di “Sapere e futuro” sono a ingresso libero.
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INFO:
Associazione culturale ‘Piazza del Mondo’ – web: www.piazzadelmondo.it – email: segreteria@piazzadelmondo.it

Antico e contemporaneo. Un incontro culturale e un concerto.

21 Aprile 2017
5:00 pma6:00 pm
8:30 pma10:00 pm

Antico e contemporaneo. Un orizzonte vasto della creatività. Le linee lunghe delle relazioni che tessono l’Occidente, dall’antico al contemporaneo sperimentale. Una conferenza sui codici musicali antichi in regione, alla Biblioteca Civica di Rovereto, e un concerto con opere nuove ispirate a Sequenze antiche, ma fortemente proiettate verso suoni nuovi, alla Sala Filarmonica di Rovereto. Per Sapere e futuro, nella collaborazione tra Associazione Piazza del Mondo, Associazione MotoContrario e Centro di eccellenza Feininger.


Volge alla conclusione il denso programma di appuntamenti della rassegna “Sapere e futuro” organizzata dall’Associazione culturale “Piazza del Mondo” di Trento, con due appuntamenti di particolare interesse, per i temi sollevati – i rapporti della cultura antica e di quella contemporanea – e per la relazione specifica che propongono con il territorio regionale.

Infatti, venerdì 21 aprile, alla Biblioteca Civica di Rovereto, alle ore 17:00, si tiene una conferenza, relatori Marco Gozzi, docente all’Università di Trento e Roberto Gianotti, docente al Conservatorio di musica di Trento, sui Codici Musicali Antichi che si ritrovano sul territorio regionale, innanzitutto i Codici Trentini che sono conservati al Museo del Buonconsiglio e i codici di Castel Tirolo, senza dimenticare il Prosario domenicano del XV secolo dell’Abbazia di San Lorenzo .

Marco Gozzi (Università di Trento)
Roberto Gianotti (Conservatorio di Trento)

Trento, più ampiamente la regione, sono depositi di beni culturali e musicali di grande pregio storico e artistico, che aprono scorci di conoscenza sul Medioevo e sul Rinascimento. In regione, ma anche oltre; infatti questi beni culturali sono repertori estesi, che in certo senso condensano quanto in quelle epoche era l’impianto culturale dell’Occidente come si esprime nella dimensione musicale.

La collezione Feininger, cui sovrintende il Centro di eccellenza di studi e ricerche “Feininger”, contempla un’organica raccolta che riguarda le Sequenze medioevali e rinascimentali di area tedesca e italiana. Si tratta di un repertorio di straordinaria qualità dal punto di vista liturgico come della musica sacra.

A partire dal Prosario domenicano e dalla collezione Feininger si è sviluppato un progetto di ricerca artistica che ha portato alla produzione di opere nuove da parte di compositori, attivi soprattutto in regione, che hanno realizzato nuove composizioni in rapporto a quei repertori. E’ un progetto che ha coinvolto al rapporto il Centro di eccellenza “Feininger”, l’Associazione “MotoContrario” e l’Associazione “Piazza del Mondo” tra l’anno scorso e quest’anno.

Si viene così al secondo appuntamento di venerdì 21, che si tiene alle ore 20:30, alla Sala Filarmonica di Rovereto, che è un concerto con opere nuove, ispirate a Sequenze antiche dal Prosario di San Domenico dell’Abbazia di San Lorenzo a Trento, che sono state composte da Roberto Gianotti, Armando Franceschini, Andrea Mattevi, Marco Longo, Raul Masu, Cosimo Colazzo. Le opere di questi compositori saranno interpretate da due ensemble riuniti insieme: il Gruppo vocale “Feininger” (nell’organico con Roberto Gianotti, Marco Gozzi, Salvatore de Salvo) e il MotoContrario ensemble (diretto da Cosimo Colazzo, con Beatrix Graf, clarinetto basso; Riccardo Terrin, tromba; Alessandro Bianchini, vibrafono e percussioni; Emanuele Dalmaso, sassofoni; Andrea Mattevi, viola; Alberto Delama, violoncello).

Gruppo Vocale Feininger
MotoContrario Ensemble

La stagione di “Sapere e Futuro, incontri tra Scienza e Umanesimo, organizzata e promossa per il 2016-2017 dalla neonata associazione culturalePiazza del Mondo” con sede a Trento, presieduta dalla professoressa Giuliana Adamo (Trinity College Dublin), viene a compiersi così per questo suo primo ciclo. Uno sguardo a ritroso consente di cogliere  rapidamente l’intero programma svolto, denso e di altissimi valori culturali, per i temi e per i grandi studiosi e artisti che sono stati coinvolti. E’ stata inaugurata lo scorso 4 novembre con Vittore Bocchetta (classe 1918), uno degli ultimi sopravvissuti all’inferno nazista; proseguita il 2 dicembre al MUSE, con il neuroscienziato Gianluigi Gessa (e un concerto di musiche contemporanee, viola e sassofono, con Andrea Mattevi e Emanuele Dalmaso);  quindi il 16 dicembre, al liceo Rosmini di Rovereto, con lo storico Mario Isnenghi (e un concerto dedicato a musica e Grande Guerra tenuto dal pianista Cosimo Colazzo); e ancora il 20 gennaio, al Muse, con il fisico Eugenio Coccia tra gli scopritori delle onde gravitazionali; seguito il 24 febbraio dalle riflessioni sui pregiudizi dell’antigiudaismo discussi da Giuliana Adamo e Ugo Morelli (con in parallelo un concerto sax e pianoforte con musiche di autori ebrei perseguitati, sax Emanuele Dalmaso e pianoforte Cosimo Colazzo); l’1 marzo dal critico letterario Giorgio Ficara, su Petrarca e le radici della modernità (e in parallelo un concerto del Dipartimento di musica antica del Conservatorio di Trento con opere di autori rinascimentali su testi di Petrarca); il 3 marzo dalla scrittrice e poetessa Maria Attanasio, sul proprio mondo poetico che traversa in termini originali letteratura e storia (in parallelo, questa volta, un concerto del baritono Roberto Abbondanza con Cosimo Colazzo al pianoforte, in programma opere nuove basate su testi poetici di Emilio Villa).

La manifestazione  è realizzata grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e di Rovereto e della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige; alla  collaborazione con l’Associazione Culturale MotoContrario, il MUSE, l’Associazione filarmonica di Rovereto, la Bibliteca Civica “G. Tartarotti” di Rovereto;  e al patrocinio del Comune di Rovereto, del Museo Storico Italiano della Guerra e dell’Accademia Roveretana degli Agiati; media partner Corriere del Trentino. Ha come obiettivo quello di divulgare il sapere, offrire spunti, intessere relazioni, soprattutto a vantaggio del futuro dei giovani,  grazie all’intervento di studiosi ed esperti delle discipline più diverse.

Si conclude il ciclo, quindi, con questo sguardo ampio alla cultura europea, dalle radici antiche alle evoluzioni dell’oggi, nelle proiezioni avanzate della ricerca artistica e musicale, e il coinvolgimento di studiosi, compositori, interpreti attivamente impegnati nella nostra regione.

Un’occasione  davvero speciale e da non perdere.

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Invito promozionale

Programma di sala

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INFO – Associazione culturale PIAZZA DEL MONDO – Web www.piazzadelmondo.it – email segreteria@piazzadelmondo.it –  tel. 3803207730

Concerto di Emanuele Dalmaso e Cosimo Colazzo con musiche di autori ebrei perseguitati, ridotti in campo di concentramento o costretti al dispatrio

25 Febbraio 2017
8:30 pma10:00 pm

Riflettere, ricordare, indagare e discutere sul tema dell’antigiudaismo:  lo si può fare anche in musica  proponendo le opere di autori ebrei, nati, cresciuti, formatisi  in Europa  che  sono stati perseguitati  per le loro origini:  differenze culturali e di religione  sono diventate, nel loro caso, leve per politiche di violenta pulizia  etnica.

E’ quanto fa il concerto che propone il duo composto da Emanuele Dalmaso (sassofono) e Cosimo  Colazzo, in programma nell’ambito della rassegna “Sapere e futuro” organizzata dall’Associazione culturale “Piazza del Mondo”,  sabato 25 febbraio alle ore 20.30 alla Sala Filarmonica di Rovereto.

Già il giorno precedente (venerdì 24 febbraio) si è parlato di antigiudaismo in un incontro culturale  tenuto al mattino (ore 10.30) presso l’Aula Magna del Liceo Vittoria e nel pomeriggio (alle 17) presso la Biblioteca Civica di Rovereto, con Giuliana Adamo docente presso il Trinity College di Dublino e Ugo Morelli professore all’Università di Bergamo.

Il concerto del Duo Dalmaso-Colazzo (sabato 25 febbraio, Rovereto, ore 20.30, Sala Filarmonica)  indaga il tema dell’antigiudaismo attraverso la musica e le  opere di autori ebrei perseguitati dal nazismo, deportati e uccisi, o costretti alla fuga e all’esilio. Significativamente reca il titolo “La cenere e i dispersi” a ricordare quanti furono soppressi, resi cenere dispersa agli elementi, o privati di ogni diritto di cittadinanza, costretti alla fuga, al dispatrio, all’esilio per evitare una fine segnata. Si va da Erwin Schulhoff, che, ebreo di idee comuniste, fu internato in un campo di concentramento in Germania, dove morì presto di stenti e malattia; a Paul Dessau, che riparò negli Stati Uniti, per poi, nel dopoguerra rientrare in Germania, nella Germania dell’Est orbitante intorno all’Unione Sovietica, e qui compositore di punta anche per la collaborazione con Bertolt Brecht; da Darius Milhaud, che, di cultura ebraica, compositore assai noto, lascia la Francia occupata per trovare ospitalità negli Stati Uniti (come altri intellettuali, studiosi, artisti, scienziati provenienti dall’Europa); a Bernhard Heiden (in origine dal cognome Levi) che negli Stati Uniti troverà stabile riparo insegnando composizione all’Indiana University; al caso di Paul Ben-Haim (nato Paul Frankenburger), di cultura tedesca, che, probabilmente prefigurando l’apocalisse, lasciò la Germania nel 1933, per coltivare l’idea e il sogno dello stato ebraico in Palestina.

I due eventi in programma dedicati al tema dell’antigiudaismo – incontro culturale e concerto – rientrano nella serie Sapere e Futuro, incontri tra Scienza e Umanesimo, organizzata e promossa per il 2016-2017 dalla neonata associazione culturale Piazza del Mondo, presieduta dalla professoressa Giuliana Adamo (Trinity College Dublin), con sede a Trento,  inaugurata lo scorso 4 novembre con Vittore Bocchetta (classe 1918), uno degli ultimi sopravvissuti all’inferno nazista; proseguita il 2 dicembre, sempre al MUSE, con il neuroscienziato Gianluigi Gessa;  quindi il 16 dicembre, al liceo Rosmini di Rovereto, con lo storico Mario Isnenghi; e ancora il 20 gennaio, al Muse, con il fisico Eugenio Coccia che ha incantato la platea con le onde gravitazionali. La manifestazione  – realizzata grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e di Rovereto e della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige; alla  collaborazione con l’Associazione Culturale MotoContrario, il MUSE, l’Associazione filarmonica di Rovereto, la Biblioteca Civica “G. Tartarotti” di Rovereto;  e al patrocinio del Comune di Rovereto, del Museo Storico Italiano della Guerra e dell’Accademia Roveretana degli Agiati; media partner Corriere del Trentino – ha come obiettivo quello di divulgare il sapere, offrire spunti, intessere relazioni, soprattutto a vantaggio del futuro dei giovani,  grazie all’intervento di studiosi ed esperti delle discipline più diverse.

L’ingresso agli eventi di Sapere e futuro (incontri culturali e concerti) è libero

Gli interpreti del concerto

Emanuele Dalmaso, sassofonista

Emanuele Dalmaso si è diplomato in Saxofono al Conservatorio di Musica di Trento con il massimo dei voti, lode e menzione d’onore. Risulta attualmente attivo sia come didatta che come interprete. All’attività stabile di insegnamento presso la Scuola Musicale ‘Il Diapason’ di Trento, affianca interventi in altre prestigiose istituzioni (seminari sulle tecniche contemporanee per il sassofono al Conservatorio di musica di Trento, masterclass di Sassofono per l’Accademia estiva internazionale di Lasino). Come musicista, risulta particolarmente attivo nel campo della musica contemporanea: ha avuto modo di eseguire molte opere di compositori di caratura internazionale (C. Colazzo, M. Graziani, A. Ghidoni, G. Klauer, F.M. Quintero…) in prima assoluta sia come solista che come membro del MotoContrario Ensemble. Membro del Duo ‘To B.E. 2’, saxofono e live electronics, per cui collabora con Raul Masu, ha recentemente pubblicato il CD ‘UP’ per l’etichetta Liarss, e membro di MotoContrario, collettivo di interpreti e compositori che ha come obbiettivo la diffusione e l’approfondimento di tematiche relative al panorama musicale contemporaneo e novecentesco, Emanuele Dalmaso suona ance sintetiche Légère. 

Cosimo Colazzo, compositore e pianista

Cosimo Colazzo, nato a Melpignano (Lecce) nel 1964, compositore, pianista, direttore d’orchestra, è autore di una vasta produzione, premiato in concorsi nazionali e internazionali. La sua musica è stata eseguita in vari paesi europei, negli Stati Uniti, in America Latina, in Giappone, ed è pubblicata da Rai Trade – Contemporary. Sue opere sono state premiate in Concorsi nazionali e internazionali di composizione. Come pianista ha tenuto concerti in Italia, in vari paesi europei, negli Stati Uniti, impegnato sulle letterature del ‘900 e contemporanee. È membro dell’équipe di ricerca del CESEM, Centro de Estudos de Sociologia e Estética Musical, della Universidade Nova di Lisbona ed autore di saggi e volumi pubblicati in Italia e all’estero. Attualmente è docente di Composizione al Conservatorio di musica di Trento. Dello stesso Conservatorio è stato direttore dal 2005 al 2011. È  Faculty Member e artist in residence, a partire dal 2012, presso la Italian School del Middlebury College, negli Stati Uniti.

Un incontro culturale sul tema dell’antigiudaismo con i professori Giuliana Adamo (Trinity College Dublin) e Ugo Morelli (Università di Bergamo)

24 Febbraio 2017
10:30 ama12:00 pm
5:00 pma6:30 pm

Per “Sapere e futuro”, manifestazione organizzata dall’Associazione Culturale “Piazza del Mondo”, che da novembre dell’anno scorso dispiega il suo programma articolato tra incontri di studio e concerti, è la volta di una coppia di eventi su un tema problematico e spinoso che attraversa l’Occidente carsicamente. Si parla di antigiudaismo in un incontro culturale (in programma venerdì 24 febbraio, al mattino all’Aula Magna del Liceo Vittoria a Trento, e nel pomeriggio alla Biblioteca Civica di Rovereto); mentre un concerto (in programma sabato 25 febbraio alle ore 20.30 alla Sala Filarmonica di Rovereto) presenta musiche di autori ebrei perseguitati, che hanno trovato la morte in campo di concentramento o sono fuggiti, costretti al dispatrio.

Ci soffermiamo qui sull’incontro culturale che si tiene Venerdì 24 febbraio  e si presenta in due differenti declinazioni:  al mattino, alle 10.30, nell’Aula Magna del Liceo Vittoria  di Trento, rivolto elettivamente all’ambiente scolastico, a studenti e professori,  e poi, nel pomeriggio dello stesso giorno,  alla Biblioteca Civica “G. Tartarotti” di Rovereto, per un pubblico più vario e articolato. In entrambi casi l’incontro è guidato da due studiosi riconosciuti rispetto al tema: Giuliana Adamo (docente al Trinity College Dublin) e Ugo Morelli (professore all’Università di Bergamo).

I due studiosi dialogheranno sul tema cruciale dell’antisemitismo.L’occasione di questo incontro nasce dalla recente pubblicazione in Italia della traduzione di un testo americano che sta facendo molto discutere oltreoceano e in Europa: Antigiudaismo. La tradizione occidentale (dello storico David Nirenberg, 2013), tradotto da Paolo Cherchi e Giuliana Adamo e uscito da Viella nel 2016. Si tratta di una sofferta, affascinante e inquietante ricostruzione di oltre due millenni di storia, che privilegia la continuità delle idee e delle pratiche antigiudaiche rispetto alle fasi di rottura. Un grande affresco, dalle origini ad oggi, della parabola d’odio contro gli ebrei che, per Nirenberg, è componente costitutiva del pensiero occidentale.

Ugo Morelli, professore presso l’Università di Bergamo

Giuliana Adamo e Ugo Morelli dialogheranno sui temi trattati nel libro di Nirenberg – che vanno dagli antichi Egizi alla Shoa, passando per San Paolo, Shakespeare, Voltaire, Marx (tra i tanti)  – e  sui problemi che essi suscitano tutt’oggi: a molti dei quali non c’è (forse) risposta. Un viaggio sul perché e sul come del farsi della nostra identità occidentale e dei suoi falsi miti.
Un incontro che invita alla riflessione per vincere i pregiudizi che oggi, come sempre, ci assediano e avviliscono anche e soprattutto (e questo è gravissimo) a nostra insaputa. Un’occasione da non perdere nel nostro tempo problematico in cui tutti siamo chiamati a dire no ad ogni tipo di indifferenza.

Ricordiamo quanto accadrà il  giorno successivo, sabato 25 febbraio, sempre nell’ambito della rassegna “Sapere e futuro”, in risonanza tematica con quanto trattato nell’incontro culturale, alla Sala Filarmonica di Rovereto, alle 20.30, un concerto dal titolo “La cenere e i dispersi”, tenuto dal duo Emanuele Dalmaso (sassofono), Cosimo Colazzo (pianoforte), con musiche di autori ebrei, che sono stati perseguitati dal nazismo, morti in campo di concentramento (come Ervin Schulhoff), o fuggiti fuori d’Europa (come Darius Milhaud, Bernhard Heiden, Paul Dessau, che ripararono negli Stati Uniti), o che, prefigurando l’apocalisse, lasciarono la Germania per coltivare l’idea e il sogno dello stato ebraico in Palestina (come Paul Ben-Haim, che, formatosi ai linguaggi della tradizione colta europea, musicalmente volle seguire certi rami popolari ebraici, innervati di una storia nomade e di accenti medio-orientali).

I due eventi in programma rientrano nella serie Sapere e Futuro, incontri tra Scienza e Umanesimo, organizzata e promossa per il 2016-2017 dalla neonata associazione culturale Piazza del Mondo, presieduta dalla professoressa Giuliana Adamo (Trinity College Dublin), con sede a Trento,  inaugurata lo scorso 4 novembre con Vittore Bocchetta (classe 1918), uno degli ultimi sopravvissuti all’inferno nazista; proseguita il 2 dicembre, sempre al MUSE, con il neuroscienziato Gianluigi Gessa;  quindi il 16 dicembre, al liceo Rosmini di Rovereto, con lo storico Mario Isnenghi; e ancora il 20 gennaio, al Muse, con il fisico Eugenio Coccia che ha incantato la platea con le onde gravitazionali. La manifestazione  – realizzata grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e di Rovereto e della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige; alla  collaborazione con l’Associazione Culturale MotoContrario, il MUSE, l’Associazione filarmonica di Rovereto, la Biblioteca Civica “G. Tartarotti” di Rovereto;  e al patrocinio del Comune di Rovereto, del Museo Storico Italiano della Guerra e dell’Accademia Roveretana degli Agiati; media partner Corriere del Trentino – ha come obiettivo quello di divulgare il sapere, offrire spunti, intessere relazioni, soprattutto a vantaggio del futuro dei giovani,  grazie all’intervento di studiosi ed esperti delle discipline più diverse.

L’ingresso è libero, sia agli incontri culturali che al concerto.

I protagonisti dell’incontro culturale sul tema dell’Antigiudaismo

Giuliana Adamo, docente presso il Trinity College di Dublino. Pic Paul Sharp/SHARPPIX

Giuliana Adamo, laurea in Filologia italiana, phd in teoria della letteratura e linguistica, insegna alla School of Literatures, Languages and Cultural Studies del Trinity College dell’università di Dublino. Tra le sue pubblicazioni: L’ultimo dono di Quetzalcoatl. Viaggio intorno al cioccolato e divagazioni (2001), Metro e ritmo nel primo Palazzeschi (2003), La parola scritta e pronunciata. Nuovi saggi sulla narrativa di Vincenzo Consolo (2006), Luigi Meneghello. Volta la carta la ze finia. Biografia per immagini (2008), Paolo Cherchi. Erudizione e leggerezza. Saggi di filologia comparativa (2012), Vittore Bocchetta. Una vita contro. Ribelle, antifascista, deportato, esule, artista (2012), L’inizio e la fine. I confini del romanzo nel canone occidentale (2013), About Umberto Eco (2015).

Ugo Morelli, professore all’Università di Bergamo

Ugo Morelli, laurea in Scienze Politiche, è professore di  Scienze umane e sociali all’università di Bergamo. Esperto nell’analisi delle relazioni asimmetriche, del conflitto e del potere. Tra le sue pubblicazioni: Incertezza e Organizzazione. Scienze cognitive e crisi della retorica manageriale (2009), Mente e Bellezza. Arte, creatività e innovazione (2010), Mente e Paesaggio. Una teoria della vivibilità (2011), Contro l’indifferenza (2013), Il conflitto generativo (2014), L’anima della macchina. Verso un essenzialismo emergente nel rapporto tra architettura e paesaggio (2014).

Eugenio Coccia, grande fisico delle onde gravitazionali, a Trento, per l’Associazione culturale Piazza del Mondo, al MUSE, venerdì 20 gennaio

20 Gennaio 2017
10:00 ama12:00 pm

Venerdì 20 gennaio 2017, al MUSE (Museo delle Scienze)  di Trento, alle 10.00, in Sala Conferenze, il Professore Eugenio Coccia – fisico sperimentale di fama mondiale –  offrirà  al pubblico presente una riflessione dal titolo La scoperta delle onde gravitazionali.

Uno dei grandi protagonisti della ricerca scientifica in Italia e nel mondo parla in termini divulgativi di quella che è una scoperta epocale, di come la conoscenza di essa possa avere implicazioni di grande rilevanza per la nostra vita e per la vita sulla Terra.

Si tratta del quarto appuntamento della serie Sapere e Futuro, incontri tra Scienza e Umanesimo, organizzata e promossa per il 2016-2017 dalla neonata associazione culturale Piazza del Mondo, presieduta dalla professoressa Giuliana Adamo (Trinity College Dublin), con sede a Trento,  inaugurata lo scorso 4 novembre con Vittore Bocchetta (classe 1918), uno degli ultimi sopravvissuti all’inferno nazista; proseguita il 2 dicembre, sempre al MUSE, con il neuroscienziato Gianluigi Gessa e il 16 dicembre, al liceo Rosmini di Rovereto, con lo storico Mario Isnenghi. La manifestazione  – realizzata grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e di Rovereto e della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige; alla  collaborazione con l’Associazione Culturale MotoContrario, il MUSE, l’Associazione filarmonica di Rovereto, la Bibliteca Civica “G. Tartarotti” di Rovereto;  e al patrocinio del Comune di Rovereto, del Museo Storico Italiano della Guerra e dell’Accademia Roveretana degli Agiati – ha come obiettivo quello di divulgare il sapere, offrire spunti, intessere relazioni, soprattutto a vantaggio del futuro dei giovani,  grazie all’intervento di studiosi ed esperti delle discipline più diverse.

Il professor Coccia spiegherà al suo pubblico cosa sono le onde gravitazionali, quale è la loro relazione con i buchi neri, come ci sono state rivelate, cosa rappresentano nella vita dell’uomo  e della Terra. Accompagnerà il pubblico attraverso uno dei misteri dell’immensità dell’universo, continuando un viaggio a cui, dal 7 gennaio 1610  – quando Galileo per la prima volta nella storia alzò il suo telescopio verso il cielo –  al 14 settembre 2015  – quando due grandi sensibilissimi microfoni registrano per la prima volta le vibrazioni dello spazio-tempo -, hanno partecipato, ciascuno a suo tempo, i fisici più importanti del mondo (da Newton a Einstein a Chandrasekhar inter alii).

Eugenio Coccia è Professore Ordinario di Fisica Sperimentale all’Università di Roma “Tor Vergata” e Direttore del Gran Sasso Science Institute, Scuola di dottorato e Centro INFN a L’Aquila, recentemente riconosciuto come nuova Scuola Universitaria Superiore. La sua attività scientifica è svolta nel campo della fisica astroparticellare, in particolare nella ricerca delle onde gravitazionali. Importantissimi i suoi contributi allo sviluppo dei rivelatori risonanti criogenici ed è tra gli autori della recente rivelazione diretta delle onde gravitazionali e delle fusioni di coppie di buchi neri. La sua straordinaria carriera lo ha visto passare per: Roma (laurea alla La Sapienza), il CERN (Fellowship), Frascati e Gran Sasso (laboratori INFN), Leida (università in Olanda). Responsabile di molte collaborazioni nazionali e internazionali, membro di molti consigli e comitati di esperti. Eletto membro della prestigiosa Academia Europaea nel 2015.

Dalla vista dei corpi celesti al suono dell’universo: una grande lezione da non perdere alla ricerca, sempre, di buone novae che ci illumino sulla nostra condizione di piccoli in  un universo oscuro, immenso, affascinante.

L’ingresso all’incontro è libero.


Venerdì 20 gennaio 2017 | Trento | MUSE, Museo delle Scienze, Sala Conferenze – Corso del Lavoro e della Scienza 3

10:00  | RICERCA SCIENTIFICA E CULTURA. LA SCOPERTA DELLE ONDE GRAVITAZIONALI

Incontro con Eugenio Coccia

Rettore della Scuola Universitaria Superiore “Gran Sasso Science Institute”, Professore Ordinario di Fisica Sperimentale

Uno dei grandi protagonisti della ricerca scientifica in Italia e nel mondo, parla di quella che si presenta come  una scoperta epocale: le onde gravitazionali. In termini divulgativi, con le capacità comunicative che gli sono  riconosciute, parla della realtà fisica delle onde gravitazionali e di come la conoscenza di essa possa avere  implicazioni di grande rilevanza per la vita umana e per la vita sulla terra.   Direttore del Gran Sasso Science Institute (Centro di Studi Avanzati dell’INFN) e Professore Ordinario di Fisica  all’Università di Roma “Tor Vergata”, Eugenio Coccia è un fisico sperimentale. Il suo campo di attività è la  fisica astroparticellare, in particolare la ricerca e lo studio delle onde gravitazionali.    

Ingresso libero


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Voci compositive dalla Grande Guerra. Un concerto di Cosimo Colazzo con un programma di autori che la vissero direttamente al fronte o dall’interno della vita civile. Per ‘Sapere e futuro’ alla Sala Filarmonica di Rovereto

18 Dicembre 2016
6:00 pma8:00 pm

Dopo l’incontro culturale che l’Associazione culturale ‘Piazza del Mondo’ ha realizzato (venerdì 16 dicembre alle 10.45 al Liceo Rosmini di Rovereto) nell’ambito della manifestazione ‘Sapere e futuro’, sul tema della Grande Guerra, con il grande storico Mario Isnenghi, professore emerito dell’Università di Venezia e autore di saggi imprescindibili sull’argomento, è la volta, ora, di un concerto pianistico del massimo interesse, perché indaga, nella chiave musicale, il periodo storico e quell’evento – la guerra mondiale – che interrogò fortemente le identità di tutti. Gli intellettuali e gli artisti furono spinti a prendere una più forte posizione, anche per quanto riguarda la loro ricerca, i loro linguaggi. Anche qu le identità erano poste di fronte alla necessità di scegliere, esprimere un’opzione, qualificare la ricerca, renderla più radicale.

Il concerto, tenuto dal pianista e compositore Cosimo Colazzo, è in programma (sempre nell’ambito di ‘Sapere e futuro’) domenica 18 dicembre alle ore 18 alla Sala FIlarmonica di Rovereto (in Corso Rosmini 86). Presenta musiche di autori che hanno vissuto in diretta la guerra ai vari fronti: come Bliss, inglese, ufficiale di artiglieria, ferito e intossicato dai gas; Schulhoff ceco, che la combattè in Galizia contro il fronte russo, anche lui ferito nel corpo e provato psicologicamente; Miaskovskij, che la combattè, viceversa, dalla parte dei russi, e per il quale la guerra fu l’evento decisivo – come scrive – che richiese una nuova e diversa precisione del suo linguaggio. Ci sono poi coloro che, impegnati nella dimensione civile, scrivono apposite composizioni, per sostenere la propria parte, riflettendo insieme sulla realtà cruda della guerra: così Debussy e il nostro Mascagni (in opere diverse nello stile dei due autori, e comunque sobrie e antiretoriche). Oppure Casella, interventista, ma presto consapevole della catastrofe comunque irredimibile che è questa particolare guerra, vorace e quasi senza un orizzonte finale: le sue opere dure e dissonanti, che significano, all’epoca, proprio qesto stato di dura lacerazione della coscienza. Nel programma sono incluse alcune opere di Colazzo, che nella ritmica fredda e inesorabile, oppure nei silenzi estremi, testimoniano di un’attuale riflessione sulla guerra, e anche di una protesta contro.

Gli eventi di ‘Sapere e futuro’ sono organizzati dall’Associazione culturale ‘Piazza del Mondo’ in collaborazione con l’Associazione Filarmonica di Rovereto econ l’Associazione MotoContrario di Trento, con il contributo di Fondazione CARITRO e Regione Autonoma Trentino Alto Adige, con il patrocinio di Accademia Roveretana degli Agiati, Museo storico della Guerra, Comune di Rovereto, mentre media partner è il quotidiano ‘Corriere del Trentino’. Si sottolinea anche la collaborazione con vari istituti scolastici sul territorio.

L’ingresso al concerto è libero


DOMENICA 18 DICEMBRE 2016 


18:00 | Rovereto (TN) | Sala Filarmonica – Corso Rosmini 86


Concerto

UN SALTO NEL BUIO. MUSICA E GRANDE GUERRA

Pianista COSIMO COLAZZO


Ingresso libero


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PROGRAMMA

Nikolaj Jakovlevič Mjaskovskij (1881-1950) – Eccentricities sei pezzi per pianoforte (1917-1922) op. 25

Andante semplice – Allegro tenebroso e fantastico – Largo e pesante – Quieto – Allegro vivace – Molto sostenuto ed espressivo

Arthur Bliss (1891-1975) – Two Piano Pieces (1923)

‘Bliss’ (A One-Step) – The Rout Trot

Claude Debussy (1862-1918) – Berceuse héroique, pour rendre hommage au roi Albert I de Belgique et à ses soldats (1914)

Pietro Mascagni (1863-1945) – Sunt lacrymae rerum! (1914)

Alfredo Casella (1883-1947) – Sonatina (1916) op. 28

Allegro con spirito – Minuetto – Finale

 …………………………

Cosimo Colazzo (1964) – I fragorosi silenzi, la fine (2015) 

Igor Stravinskij (1882-1971) – Piano-rag-music (1919) 

Ervin Schulhoff (1894-1942) – Fünf Pittoresken (1919) op. 31

Foxtrot – Ragtime – In futurum – One-step – Maxixe

Cosimo Colazzo (1964) – Jeux de contrastes (2015)


NOTE BIOGRAFICHE DI COSIMO COLAZZO

Cosimo Colazzo, nato a Melpignano (Lecce) nel 1964, compositore, pianista, direttore d’orchestra, è autore di una vasta produzione, premiato, per sue opere, in concorsi nazionali e internazionali. La sua musica è stata eseguita in vari paesi europei, negli Stati Uniti, in America Latina, in Giappone, ed è pubblicata da Rai Trade – Contemporary. Come pianista ha tenuto concerti in Italia, in vari paesi europei, negli Stati Uniti, impegnato sulle letterature del ‘900 e contemporanee, con particolari apporti interpretativi e di ricerca artistica rispetto ad autori come Mjaskovskij, Schulhoff, Ustvolskaya, Lopes-Graça, Mompou, ecc. È membro dell’équipe di ricerca del CESEM, Centro de Estudos de Sociologia e Estética Musical, della Universidade Nova di Lisbona. Attualmente è docente di Composizione al Conservatorio di musica di Trento. Dello stesso Conservatorio è stato direttore dal 2005 al 2011. Faculty Member e artist in residence, a partire dal 2012, presso la Italian School del Middlebury College, negli Stati Uniti.


NOTE AL PROGRAMMA DEL CONCERTO

Un concerto pianistico con, in programma, autori che hanno vissuto direttamente la guerra su fronti opposti, come il russo Miaskovski, l’inglese Bliss, il ceco Schulhoff. Vengono presentate opere di quel periodo o subito successivo. L’esperienza della guerra è formativa del loro linguaggio musicale, lo precisa spesso in termini di protesta e di rifiuto della tradizione europea (Schulhoff; Bliss), o di un timbrismo scuro (Miaskovskij). Altri autori, nello stesso periodo, vivono la guerra da una prospettiva di vita civile, dentro una società che nondimeno è segnata dalla guerra. Anche qui opere che si rivolgono alla guerra con una sensibilità malinconica e ripiegata (Debussy; Mascagni), oppure risentendola nei termini della dissonanza e della atonalità (Casella).

Nikolaj Jakovlevič Mjaskovskij (1881-1950), Eccentricities: sei pezzi per pianoforte (1917-1922) op. 25. (Andante semplice; Allegro tenebroso e fantastico; Largo e pesante; Quieto; Allegro vivace; Molto sostenuto ed espressivo). Mjaskovskij combattè nelle fila dell’esercito russo durante la prima guerra mondiale, sul fronte che, in Galizia, opponeva i russi agli austriaci. Ricorda l’esperienza come un avvenimento decisivo rispetto alla sua ricerca, all’evoluzione del suo linguaggio e del suo stile, nonché come fattore di profonda trasformazione spirituale della persona. Così scrive: «La guerra ha profondamente arricchito la mia riserva d’impressioni interiori ed esteriori, e allo stesso tempo ha schiarito le mie idee musicali. La maggior parte delle mie composizioni del fronte ha un carattere, se non più chiaro, almeno più obiettivo». Fu ferito e, mentre era convalescente, si dedicò alla composizione della Sinfonia n. 4. Sempre negli anni della guerra compose la fortunatissima Sinfonia n. 5. L’esperienza della guerra è presente quando compone le prime idee per Eccentricities, opera che porterà a termine negli anni Venti, impregnata di timbriche scure, di fantasie sonore tenebrose richiamate da significative didascalie.

Arthur Bliss (1891-1975), Two Piano Pieces (1923) (‘Bliss’ [A One-Step]; The Rout Trot). Arthur Bliss ha  partecipato alla prima guerra mondiale, già subito all’avvio, come volontario nella British Army, servendo con onore nel corpo delle Grenadier Guards. “Il mio temperamento – scrive – mi richiede di assumere delle scelte e un ruolo attivo, non passivo. Io vedo me stesso in azione”. La sua musica procede in parallelo con questo suo atteggiamento estroverso, pronto a intervenire, partecipare. La Guerra coincide con un passaggio di maturazione della sua personalità, sotto il profilo umano come artistico. Ed è in una tale condizione di cambiamenti, che egli sta vivendo intensamente, che incontro il jazz. La sua formazione colta si apre a un’altra cultura, che lo colpisce davvicino, complice l’esperienza militare. Dal 1917 le truppe americane sono in Europa e portano con sé una musica nuova. I giovani europei ne sono affascinati. Bliss risponde adottando, in sue composizioni, riprese di ritmi, motivi, armonie, che vengono dal jazz, da nuove, bizzarre, scatenate danze che arrivano anche attraverso la radio e i grammofoni sempre più diffusi.

Claude Debussy (1862-1918), Berceuse héroique, pour rendre hommage au roi Albert I de Belgique et à ses soldats (1914) per pianoforte. La partitura, idealmente rivolta alla nazione belga, dichiara il suo essere solidale con il destino di quel popolo che, nel 1914, ha subito l’invasione tedesca, nonostante il  paese fosse neutrale. Si parla significativamente di «stupro del Belgio», per intendere quanto subìto dalla sua popolazione, vittima di veri e propri crimini di guerra, nonostante la salvaguardia sancita da patti internazionali. Debussy espresse parole di disapprovazione per la guerra, in quanto essa è radicalmente altro dall’Arte che inibisce e opprime. Il suo nazionalismo lo porta a sottolineare con forza il senso dell’identità francese –  che ha a che fare con specifiche linee evolutive della storia e con il maturare di una continuità coerente con le proprie tradizioni culturali – ma mai avrebbe esaltato, con la propria arte, la necessità della guerra, in quanto profondamente convinto della radicale incompatibilità tra le due.

Pietro Mascagni (1863-1945) Sunt lacrymae rerum! (1914) per pianoforte. È il contributo di Pietro Mascagni all’iniziativa dello scrittore Hall Caine, che aveva chiesto l’intervento di vari artisti europei per una pubblicazione comune, volta a celebrare la resistenza del Belgio contro la Germania, che aveva invaso il Belgio nonostante fosse neutrale. La pubblicazione, voluta e sostenuta dal «The Daily Telegraph» che ne sarà l’editore, è il King Albert’s Book. A Tribute to the Belgian King and People from Representative Men and Women throughout the World. Mascagni scrive un pezzo breve – il cui titolo, Sunt lacrimae rerum!, è ripreso dal verso 462 del I libro dell’Eneide – rappresentativo di una volontà di approfondimento nella commemorazione. La scrittura è volutamente disadorna, fatta di una melodia spoglia e soprattutto di accordi, mentre l’armonia si rende complessa e tende a evitare percorsi lineari e risolti.

Alfredo Casella (1883-1947), Sonatina (1916) op. 28 per pianoforte. Le opere che Alfredo Casella scrive nel periodo della Grande Guerra sono frutto di un’esperienza di ricerca radicale, che ribalta ogni stato convenzionale del suono. Sono partiture che ricercano l’urto, la dissonanza, che sentono l’armonia come esperienza timbrica, che estendono lo spettro della tastiera pianistica a cercare anche gli stati del rumore, della materia quasi informale. La ritmica a volte è ossessiva, primitiva. Il sogno della forma precisa e oggettiva, polemicamente anti-romantica, cui rinviano alcuni sottotitoli con il loro richiamo a formule storiche (si veda, ad esempio, il movimento interno, Minuetto), si mescola a questa ricerca che appare invece sostanzialmente aperta, dai confini non dati. È musica complessa, fortemente interrogativa e problematica, come i tempi storici che Casella sta vivendo.

Cosimo Colazzo (1964), I fragorosi silenzi, la fine (2015) per pianoforte. La guerra ci raggiunge nella forma di video che rivelano immagini di luce, come esplosioni senza suono. La nostra percezione, mediata da uno schermo, le vive irreali. Ma hanno carico di morte e di fine. Il compositore richiama quel silenzio che è di morte lontana: atroce morte silente, rallentata, distillata in un silenzio evaporato e stupefatto.  Silenzio fragoroso. Silenzio sensibilizzato e teso: per non dimenticare.

Igor Stravinskij (1882-1971), Piano-rag-music (1919) per pianoforte. Stravinskij ha molto vivo il senso della composizione come qualcosa di oggettivo, forma e materiali che si esaltano nelle loro qualità concrete, di ritmo, timbrica presente. Riduce per questo ogni nebbia espressiva, che tradisca la retorica dell’io. Ciò accade molto nella fase in cui vive la guerra (la prima del secolo che infiammi tutta Europa e il mondo), le sue conseguenze, esule volontario in Svizzera. Qui sperimenta il senso di un linguaggio ridotto, di forme essenziali. Come se, di fronte ad un evento cruciale e distruttivo, la vita assumesse consapevolezza di se stessa negli aspetti più puri e basici. L’attenzione per il jazz, visibile in alcune opere, tra cui Piano rag music (1919), gli serve come ulteriore apertura, verso un mondo culturale altro, capace di relativizzare o contrastare ironicamente alcune tradizioni retoriche. Ma l’accostamento al jazz è nel segno anche qui, di una distanza. Nessun abbandono. Dissonanze acide, accostamenti netti e senza sfumature, oggetti musicali diversi e sovrapposizioni, stratificazioni in piena evidenza

Ervin Schulhoff (1894-1942), Fünf Pittoresken (1919) op. 31 per pianoforte (Foxtrott, Ragtime, In futurum, One-step, Maxixe). Lo scoppio della prima guerra mondiale fu evento decisivo per Schuloff, ciò che lo forgiò e spinse il suo linguaggio in direzioni radicali. Fu arruolato nell’esercito austriaco. Inizialmente fu di stanza a Praga, ma poi combatté in Ungheria. Nel 1916 fu ferito alla mano da una granata e subì un grande shock nervoso. Nel 1917 combatté sul fronte russo. Alla fine della guerra sentì il peso di un’esperienza devastante. Ne emerse disilluso, ma anche con una grande rabbia, che esprimeva in opere provocatorie e sperimentali, anche dada, contro ogni residuo neoromantico, mentre politicamente accoglieva le idee socialiste. Dà spazio all’alterità del jazz, con il suo nerbo giovane e ritmico. Ma il suo gioco non è solo leggero se, nella leggerezza ironica, dirige lo sguardo direttamente verso il nulla, il vuoto, la pagina bianca. In un brano delle Fünf Pittoresken, dal titolo In futurum, visionario e ironico, irrora la pagina di sole pause e qualche gioco grafico, dando così spazio al silenzio, all’alterità forse dispersa. Un gioco o una seria interrogazione che anticipa di molti anni quanto Cage avrebbe più tardi trovato e messo in scena. Qui probabilmente con un diverso tessuto di significati, perché vi è iscritto il senso stravolto della guerra e del tramonto dell’Europa, divenuta un enorme campo di battaglia.

Cosimo Colazzo (1964), Jeux de contrastes (2015) Oggi la guerra è confinata in una dimensione asettica, ridotta a mera questione tecnica, di controllo e delimitazione razionale, professionale, di un male relativo. Lo scacchiere mondiale tutto riduce a gioco, dove la morte e la vita perdono il senso dei corpi e dei destini individuali. Così, paradossalmente, questo brano, esprime il senso del ritmo composito e multiforme, del ‘gioco’ e dei ‘contrasti’, e simultaneamente organizza e rapprende la sonorità – diversamente da altre opere dell’autore, che ambiscono al flusso di rapporto tra suono e silenzio – in una dimensione solida, precisa e netta.


INFO: segreteria@piazzadelmondo.it


Invito Concerto Cosimo Colazzo – programma di sala

Grande Guerra: i percorsi, talvolta paradossali, del patriottismo. Ne tratta il grande storico Mario Isnenghi, a Rovereto, per ‘Sapere e futuro’, manifestazione organizzata dall’Associazione culturale ‘Piazza del Mondo’

16 Dicembre 2016
10:45 ama12:30 pm

La Grande Guerra è un discrimine identitario forte. Trasforma coscienze individuali e collettive. Chiama alla storia periferie e margini. Le scelte – compiute o imposte dagli eventi che sopravanzano – non sono di facile revoca. La guerra impone la sua realtà e coinvolge intere masse di persone, che offrono il loro contributo anonimo a una guerra che impone una nuova mentalità e un nuovo metodo: guerra di trincea, di posizione, guerra tecnologica.

Ne tratta un grande storico, riferimento internazionale per gli studi sulla Prima Guerra Mondiale, Mario Isnenghi. All’Aula Magna del Liceo Rosmini di Rovereto, alle ore 10.45, per una conferenza dal titolo curioso quanto significativo: “Tra scaricalasino e il mondo. Se e come essere patrioti tra il 1914-1918”. L’ingresso è libero.

Nella conferenza Mario Isnenghi –  già docente nelle Università di Padova, Torino e Venezia, Isnenghi è attualmente Presidente dell’Iveser (Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea – parla di come fra il 1914 e il 1918 milioni di  uomini – ventenni, trentenni, quarantenni – sono richiamati dai loro villaggi senza storia a fare politica e fare storia. Molti di loro non l’avrebbero voluto, ma le circostanze scelgono per loro e li coinvolgono . La prima guerra mondiale è la leva di un cambiamento radicale delle identità, sia personali che collettive, fra quello che si era e  quello che si diventa: fra piccole e grandi patrie, fra Internazionale e Nazione, fra Imperi e Stati nazionali. Di queste dinamiche generali il Trentino può essere considerato allora un simbolo, oggi uno straordinario  osservatorio e pro-memoria.


Sempre sulla Grande Guerra l’evento successivo nel programma della manifestazione ‘Sapere e futuro’. Si tratta di un concerto pianistico, che terrà il pianista e compositore Cosimo Colazzo, alla Sala Filarmonica di Rovereto domenica 18 dicembre alle ore 18.


Gli eventi di ‘Sapere e futuro’ sono organizzati dall’Associazione culturale ‘Piazza del Mondo’ in collaborazione con l’Associazione Filarmonica di Rovereto econ l’Associazione MotoContrario di Trento, con il contributo di Fondazione CARITRO e Regione Autonoma di Trento, con il patrocinio di Accademia Roveretana degli Agiati, Museo storico della Guerra, Comune di Rovereto, mentre media partner è il quotidiano ‘Corriere del Trentino’. Si sottolinea anche la collaborazione con vari istituti scolastici sul territorio.Gli eventi di ‘Sapere e futuro’ sono organizzati dall’Associazione culturale ‘Piazza del Mondo’ in collaborazione con l’Associazione Filarmonica di Rovereto econ l’Associazione MotoContrario di Trento, con il contributo di Fondazione CARITRO e Regione Autonoma di Trento, con il patrocinio di Accademia Roveretana degli Agiati, Museo storico della Guerra, Comune di Rovereto, mentre media partner è il quotidiano ‘Corriere del Trentino’. Si sottolinea anche la collaborazione con vari istituti scolastici sul territorio.


L’ingresso agli eventi di ‘Sapere e futuro’ (incontri culturali e concerti) è libero


Di seguito il programma dei due eventi.


VENERDÌ 16 DICEMBRE 2016


10:45 | Rovereto (TN) | Liceo Antonio Rosmini, Aula Magna – Corso Bettini, 86

TRA SCARICALASINO E IL MONDO. SE E COME ESSERE PATRIOTI NEL 1914-1918

Conferenza di Mario Isnenghi, Professore Emerito (Università di Venezia)


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Un esperto della Grande Guerra, Mario Isnenghi – già docente nelle Università di Padova, Torino e Venezia, attualmente Presidente dell’Iveser (Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea)- parla di come fra il 1914 e il 1918 milioni di  uomini – ventenni, trentenni, quarantenni – sono richiamati dai loro villaggi senza storia a fare politica e fare storia. Molti di loro non l’avrebbero voluto, ma le circostanze scelgono per loro e li coinvolgono . La prima guerra mondiale è la leva di un cambiamento radicale delle identità, sia personali che collettive, fra quello che si era e  quello che si diventa: fra piccole e grandi patrie, fra Internazionale e Nazione, fra Imperi e Stati nazionali. Di queste dinamiche generali il Trentino può essere considerato allora un simbolo, oggi uno straordinario  osservatorio e pro-memoria.

Isnenghi è autore di numerosi lavori, tra i suoi libri sulla prima guerra mondiale: Il mito della Grande guerra. Da Marinetti a Malaparte [1970], nuova ed.  2014; L’Italia in piazza [1994], 2004; La tragedia necessaria. Da Caporetto all’otto settembre [1999], nuova ed. 2013; La grande guerra 1914-1918 (con Giorgio Rochat [2000], nuova ed. 2014; Convertirsi alla guerra. Liquidazioni, mobilitazioni e abiure nell’Italia tra il 1914 e il 1918, 2015.

Ingresso libero


INFO: segreteria@piazzadelmondo.it


Invito incontro culturale con Mario Isnenghiico_pdf


DOMENICA 18 DICEMBRE 2016 


18:00 | Rovereto (TN) | Sala Filarmonica – Corso Rosmini 86


Concerto

UN SALTO NEL BUIO. MUSICA E GRANDE GUERRA

Pianista COSIMO COLAZZO


Ingresso libero


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PROGRAMMA

Nikolaj Jakovlevič Mjaskovskij (1881-1950) – Eccentricities sei pezzi per pianoforte (1917-1922) op. 25

Andante semplice – Allegro tenebroso e fantastico – Largo e pesante – Quieto – Allegro vivace – Molto sostenuto ed espressivo

Arthur Bliss (1891-1975) – Two Piano Pieces (1923)

‘Bliss’ (A One-Step) – The Rout Trot

Claude Debussy (1862-1918) – Berceuse héroique, pour rendre hommage au roi Albert I de Belgique et à ses soldats (1914)

Pietro Mascagni (1863-1945) – Sunt lacrymae rerum! (1914)

Alfredo Casella (1883-1947) – Sonatina (1916) op. 28

Allegro con spirito – Minuetto – Finale

 …………………………

Cosimo Colazzo (1964) – I fragorosi silenzi, la fine (2015) 

Igor Stravinskij (1882-1971) – Piano-rag-music (1919) 

Ervin Schulhoff (1894-1942) – Fünf Pittoresken (1919) op. 31

Foxtrot – Ragtime – In futurum – One-step – Maxixe

Cosimo Colazzo (1964) – Jeux de contrastes (2015)


NOTE BIOGRAFICHE DI COSIMO COLAZZO

Cosimo Colazzo, nato a Melpignano (Lecce) nel 1964, compositore, pianista, direttore d’orchestra, è autore di una vasta produzione, premiato, per sue opere, in concorsi nazionali e internazionali. La sua musica è stata eseguita in vari paesi europei, negli Stati Uniti, in America Latina, in Giappone, ed è pubblicata da Rai Trade – Contemporary. Come pianista ha tenuto concerti in Italia, in vari paesi europei, negli Stati Uniti, impegnato sulle letterature del ‘900 e contemporanee, con particolari apporti interpretativi e di ricerca artistica rispetto ad autori come Mjaskovskij, Schulhoff, Ustvolskaya, Lopes-Graça, Mompou, ecc. È membro dell’équipe di ricerca del CESEM, Centro de Estudos de Sociologia e Estética Musical, della Universidade Nova di Lisbona. Attualmente è docente di Composizione al Conservatorio di musica di Trento. Dello stesso Conservatorio è stato direttore dal 2005 al 2011. Faculty Member e artist in residence, a partire dal 2012, presso la Italian School del Middlebury College, negli Stati Uniti.


NOTE AL PROGRAMMA DEL CONCERTO

Un concerto pianistico con, in programma, autori che hanno vissuto direttamente la guerra su fronti opposti, come il russo Miaskovski, l’inglese Bliss, il ceco Schulhoff. Vengono presentate opere di quel periodo o subito successivo. L’esperienza della guerra è formativa del loro linguaggio musicale, lo precisa spesso in termini di protesta e di rifiuto della tradizione europea (Schulhoff; Bliss), o di un timbrismo scuro (Miaskovskij). Altri autori, nello stesso periodo, vivono la guerra da una prospettiva di vita civile, dentro una società che nondimeno è segnata dalla guerra. Anche qui opere che si rivolgono alla guerra con una sensibilità malinconica e ripiegata (Debussy; Mascagni), oppure risentendola nei termini della dissonanza e della atonalità (Casella).

Nikolaj Jakovlevič Mjaskovskij (1881-1950), Eccentricities: sei pezzi per pianoforte (1917-1922) op. 25. (Andante semplice; Allegro tenebroso e fantastico; Largo e pesante; Quieto; Allegro vivace; Molto sostenuto ed espressivo). Mjaskovskij combattè nelle fila dell’esercito russo durante la prima guerra mondiale, sul fronte che, in Galizia, opponeva i russi agli austriaci. Ricorda l’esperienza come un avvenimento decisivo rispetto alla sua ricerca, all’evoluzione del suo linguaggio e del suo stile, nonché come fattore di profonda trasformazione spirituale della persona. Così scrive: «La guerra ha profondamente arricchito la mia riserva d’impressioni interiori ed esteriori, e allo stesso tempo ha schiarito le mie idee musicali. La maggior parte delle mie composizioni del fronte ha un carattere, se non più chiaro, almeno più obiettivo». Fu ferito e, mentre era convalescente, si dedicò alla composizione della Sinfonia n. 4. Sempre negli anni della guerra compose la fortunatissima Sinfonia n. 5. L’esperienza della guerra è presente quando compone le prime idee per Eccentricities, opera che porterà a termine negli anni Venti, impregnata di timbriche scure, di fantasie sonore tenebrose richiamate da significative didascalie.

Arthur Bliss (1891-1975), Two Piano Pieces (1923) (‘Bliss’ [A One-Step]; The Rout Trot). Arthur Bliss ha  partecipato alla prima guerra mondiale, già subito all’avvio, come volontario nella British Army, servendo con onore nel corpo delle Grenadier Guards. “Il mio temperamento – scrive – mi richiede di assumere delle scelte e un ruolo attivo, non passivo. Io vedo me stesso in azione”. La sua musica procede in parallelo con questo suo atteggiamento estroverso, pronto a intervenire, partecipare. La Guerra coincide con un passaggio di maturazione della sua personalità, sotto il profilo umano come artistico. Ed è in una tale condizione di cambiamenti, che egli sta vivendo intensamente, che incontro il jazz. La sua formazione colta si apre a un’altra cultura, che lo colpisce davvicino, complice l’esperienza militare. Dal 1917 le truppe americane sono in Europa e portano con sé una musica nuova. I giovani europei ne sono affascinati. Bliss risponde adottando, in sue composizioni, riprese di ritmi, motivi, armonie, che vengono dal jazz, da nuove, bizzarre, scatenate danze che arrivano anche attraverso la radio e i grammofoni sempre più diffusi.

Claude Debussy (1862-1918), Berceuse héroique, pour rendre hommage au roi Albert I de Belgique et à ses soldats (1914) per pianoforte. La partitura, idealmente rivolta alla nazione belga, dichiara il suo essere solidale con il destino di quel popolo che, nel 1914, ha subito l’invasione tedesca, nonostante il  paese fosse neutrale. Si parla significativamente di «stupro del Belgio», per intendere quanto subìto dalla sua popolazione, vittima di veri e propri crimini di guerra, nonostante la salvaguardia sancita da patti internazionali. Debussy espresse parole di disapprovazione per la guerra, in quanto essa è radicalmente altro dall’Arte che inibisce e opprime. Il suo nazionalismo lo porta a sottolineare con forza il senso dell’identità francese –  che ha a che fare con specifiche linee evolutive della storia e con il maturare di una continuità coerente con le proprie tradizioni culturali – ma mai avrebbe esaltato, con la propria arte, la necessità della guerra, in quanto profondamente convinto della radicale incompatibilità tra le due.

Pietro Mascagni (1863-1945) Sunt lacrymae rerum! (1914) per pianoforte. È il contributo di Pietro Mascagni all’iniziativa dello scrittore Hall Caine, che aveva chiesto l’intervento di vari artisti europei per una pubblicazione comune, volta a celebrare la resistenza del Belgio contro la Germania, che aveva invaso il Belgio nonostante fosse neutrale. La pubblicazione, voluta e sostenuta dal «The Daily Telegraph» che ne sarà l’editore, è il King Albert’s Book. A Tribute to the Belgian King and People from Representative Men and Women throughout the World. Mascagni scrive un pezzo breve – il cui titolo, Sunt lacrimae rerum!, è ripreso dal verso 462 del I libro dell’Eneide – rappresentativo di una volontà di approfondimento nella commemorazione. La scrittura è volutamente disadorna, fatta di una melodia spoglia e soprattutto di accordi, mentre l’armonia si rende complessa e tende a evitare percorsi lineari e risolti.

Alfredo Casella (1883-1947), Sonatina (1916) op. 28 per pianoforte. Le opere che Alfredo Casella scrive nel periodo della Grande Guerra sono frutto di un’esperienza di ricerca radicale, che ribalta ogni stato convenzionale del suono. Sono partiture che ricercano l’urto, la dissonanza, che sentono l’armonia come esperienza timbrica, che estendono lo spettro della tastiera pianistica a cercare anche gli stati del rumore, della materia quasi informale. La ritmica a volte è ossessiva, primitiva. Il sogno della forma precisa e oggettiva, polemicamente anti-romantica, cui rinviano alcuni sottotitoli con il loro richiamo a formule storiche (si veda, ad esempio, il movimento interno, Minuetto), si mescola a questa ricerca che appare invece sostanzialmente aperta, dai confini non dati. È musica complessa, fortemente interrogativa e problematica, come i tempi storici che Casella sta vivendo.

Cosimo Colazzo (1964), I fragorosi silenzi, la fine (2015) per pianoforte. La guerra ci raggiunge nella forma di video che rivelano immagini di luce, come esplosioni senza suono. La nostra percezione, mediata da uno schermo, le vive irreali. Ma hanno carico di morte e di fine. Il compositore richiama quel silenzio che è di morte lontana: atroce morte silente, rallentata, distillata in un silenzio evaporato e stupefatto.  Silenzio fragoroso. Silenzio sensibilizzato e teso: per non dimenticare.

Igor Stravinskij (1882-1971), Piano-rag-music (1919) per pianoforte. Stravinskij ha molto vivo il senso della composizione come qualcosa di oggettivo, forma e materiali che si esaltano nelle loro qualità concrete, di ritmo, timbrica presente. Riduce per questo ogni nebbia espressiva, che tradisca la retorica dell’io. Ciò accade molto nella fase in cui vive la guerra (la prima del secolo che infiammi tutta Europa e il mondo), le sue conseguenze, esule volontario in Svizzera. Qui sperimenta il senso di un linguaggio ridotto, di forme essenziali. Come se, di fronte ad un evento cruciale e distruttivo, la vita assumesse consapevolezza di se stessa negli aspetti più puri e basici. L’attenzione per il jazz, visibile in alcune opere, tra cui Piano rag music (1919), gli serve come ulteriore apertura, verso un mondo culturale altro, capace di relativizzare o contrastare ironicamente alcune tradizioni retoriche. Ma l’accostamento al jazz è nel segno anche qui, di una distanza. Nessun abbandono. Dissonanze acide, accostamenti netti e senza sfumature, oggetti musicali diversi e sovrapposizioni, stratificazioni in piena evidenza

Ervin Schulhoff (1894-1942), Fünf Pittoresken (1919) op. 31 per pianoforte (Foxtrott, Ragtime, In futurum, One-step, Maxixe). Lo scoppio della prima guerra mondiale fu evento decisivo per Schuloff, ciò che lo forgiò e spinse il suo linguaggio in direzioni radicali. Fu arruolato nell’esercito austriaco. Inizialmente fu di stanza a Praga, ma poi combatté in Ungheria. Nel 1916 fu ferito alla mano da una granata e subì un grande shock nervoso. Nel 1917 combatté sul fronte russo. Alla fine della guerra sentì il peso di un’esperienza devastante. Ne emerse disilluso, ma anche con una grande rabbia, che esprimeva in opere provocatorie e sperimentali, anche dada, contro ogni residuo neoromantico, mentre politicamente accoglieva le idee socialiste. Dà spazio all’alterità del jazz, con il suo nerbo giovane e ritmico. Ma il suo gioco non è solo leggero se, nella leggerezza ironica, dirige lo sguardo direttamente verso il nulla, il vuoto, la pagina bianca. In un brano delle Fünf Pittoresken, dal titolo In futurum, visionario e ironico, irrora la pagina di sole pause e qualche gioco grafico, dando così spazio al silenzio, all’alterità forse dispersa. Un gioco o una seria interrogazione che anticipa di molti anni quanto Cage avrebbe più tardi trovato e messo in scena. Qui probabilmente con un diverso tessuto di significati, perché vi è iscritto il senso stravolto della guerra e del tramonto dell’Europa, divenuta un enorme campo di battaglia.

Cosimo Colazzo (1964), Jeux de contrastes (2015) Oggi la guerra è confinata in una dimensione asettica, ridotta a mera questione tecnica, di controllo e delimitazione razionale, professionale, di un male relativo. Lo scacchiere mondiale tutto riduce a gioco, dove la morte e la vita perdono il senso dei corpi e dei destini individuali. Così, paradossalmente, questo brano, esprime il senso del ritmo composito e multiforme, del ‘gioco’ e dei ‘contrasti’, e simultaneamente organizza e rapprende la sonorità – diversamente da altre opere dell’autore, che ambiscono al flusso di rapporto tra suono e silenzio – in una dimensione solida, precisa e netta.


INFO: segreteria@piazzadelmondo.it


Invito Concerto Cosimo Colazzo – programma di sala