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Eventi programmati e calendario

Concerto di Emanuele Dalmaso e Cosimo Colazzo con musiche di autori ebrei perseguitati, ridotti in campo di concentramento o costretti al dispatrio

25 Febbraio 2017
8:30 pma10:00 pm

Riflettere, ricordare, indagare e discutere sul tema dell’antigiudaismo:  lo si può fare anche in musica  proponendo le opere di autori ebrei, nati, cresciuti, formatisi  in Europa  che  sono stati perseguitati  per le loro origini:  differenze culturali e di religione  sono diventate, nel loro caso, leve per politiche di violenta pulizia  etnica.

E’ quanto fa il concerto che propone il duo composto da Emanuele Dalmaso (sassofono) e Cosimo  Colazzo, in programma nell’ambito della rassegna “Sapere e futuro” organizzata dall’Associazione culturale “Piazza del Mondo”,  sabato 25 febbraio alle ore 20.30 alla Sala Filarmonica di Rovereto.

Già il giorno precedente (venerdì 24 febbraio) si è parlato di antigiudaismo in un incontro culturale  tenuto al mattino (ore 10.30) presso l’Aula Magna del Liceo Vittoria e nel pomeriggio (alle 17) presso la Biblioteca Civica di Rovereto, con Giuliana Adamo docente presso il Trinity College di Dublino e Ugo Morelli professore all’Università di Bergamo.

Il concerto del Duo Dalmaso-Colazzo (sabato 25 febbraio, Rovereto, ore 20.30, Sala Filarmonica)  indaga il tema dell’antigiudaismo attraverso la musica e le  opere di autori ebrei perseguitati dal nazismo, deportati e uccisi, o costretti alla fuga e all’esilio. Significativamente reca il titolo “La cenere e i dispersi” a ricordare quanti furono soppressi, resi cenere dispersa agli elementi, o privati di ogni diritto di cittadinanza, costretti alla fuga, al dispatrio, all’esilio per evitare una fine segnata. Si va da Erwin Schulhoff, che, ebreo di idee comuniste, fu internato in un campo di concentramento in Germania, dove morì presto di stenti e malattia; a Paul Dessau, che riparò negli Stati Uniti, per poi, nel dopoguerra rientrare in Germania, nella Germania dell’Est orbitante intorno all’Unione Sovietica, e qui compositore di punta anche per la collaborazione con Bertolt Brecht; da Darius Milhaud, che, di cultura ebraica, compositore assai noto, lascia la Francia occupata per trovare ospitalità negli Stati Uniti (come altri intellettuali, studiosi, artisti, scienziati provenienti dall’Europa); a Bernhard Heiden (in origine dal cognome Levi) che negli Stati Uniti troverà stabile riparo insegnando composizione all’Indiana University; al caso di Paul Ben-Haim (nato Paul Frankenburger), di cultura tedesca, che, probabilmente prefigurando l’apocalisse, lasciò la Germania nel 1933, per coltivare l’idea e il sogno dello stato ebraico in Palestina.

I due eventi in programma dedicati al tema dell’antigiudaismo – incontro culturale e concerto – rientrano nella serie Sapere e Futuro, incontri tra Scienza e Umanesimo, organizzata e promossa per il 2016-2017 dalla neonata associazione culturale Piazza del Mondo, presieduta dalla professoressa Giuliana Adamo (Trinity College Dublin), con sede a Trento,  inaugurata lo scorso 4 novembre con Vittore Bocchetta (classe 1918), uno degli ultimi sopravvissuti all’inferno nazista; proseguita il 2 dicembre, sempre al MUSE, con il neuroscienziato Gianluigi Gessa;  quindi il 16 dicembre, al liceo Rosmini di Rovereto, con lo storico Mario Isnenghi; e ancora il 20 gennaio, al Muse, con il fisico Eugenio Coccia che ha incantato la platea con le onde gravitazionali. La manifestazione  – realizzata grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e di Rovereto e della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige; alla  collaborazione con l’Associazione Culturale MotoContrario, il MUSE, l’Associazione filarmonica di Rovereto, la Biblioteca Civica “G. Tartarotti” di Rovereto;  e al patrocinio del Comune di Rovereto, del Museo Storico Italiano della Guerra e dell’Accademia Roveretana degli Agiati; media partner Corriere del Trentino – ha come obiettivo quello di divulgare il sapere, offrire spunti, intessere relazioni, soprattutto a vantaggio del futuro dei giovani,  grazie all’intervento di studiosi ed esperti delle discipline più diverse.

L’ingresso agli eventi di Sapere e futuro (incontri culturali e concerti) è libero

Gli interpreti del concerto

Emanuele Dalmaso, sassofonista

Emanuele Dalmaso si è diplomato in Saxofono al Conservatorio di Musica di Trento con il massimo dei voti, lode e menzione d’onore. Risulta attualmente attivo sia come didatta che come interprete. All’attività stabile di insegnamento presso la Scuola Musicale ‘Il Diapason’ di Trento, affianca interventi in altre prestigiose istituzioni (seminari sulle tecniche contemporanee per il sassofono al Conservatorio di musica di Trento, masterclass di Sassofono per l’Accademia estiva internazionale di Lasino). Come musicista, risulta particolarmente attivo nel campo della musica contemporanea: ha avuto modo di eseguire molte opere di compositori di caratura internazionale (C. Colazzo, M. Graziani, A. Ghidoni, G. Klauer, F.M. Quintero…) in prima assoluta sia come solista che come membro del MotoContrario Ensemble. Membro del Duo ‘To B.E. 2’, saxofono e live electronics, per cui collabora con Raul Masu, ha recentemente pubblicato il CD ‘UP’ per l’etichetta Liarss, e membro di MotoContrario, collettivo di interpreti e compositori che ha come obbiettivo la diffusione e l’approfondimento di tematiche relative al panorama musicale contemporaneo e novecentesco, Emanuele Dalmaso suona ance sintetiche Légère. 

Cosimo Colazzo, compositore e pianista

Cosimo Colazzo, nato a Melpignano (Lecce) nel 1964, compositore, pianista, direttore d’orchestra, è autore di una vasta produzione, premiato in concorsi nazionali e internazionali. La sua musica è stata eseguita in vari paesi europei, negli Stati Uniti, in America Latina, in Giappone, ed è pubblicata da Rai Trade – Contemporary. Sue opere sono state premiate in Concorsi nazionali e internazionali di composizione. Come pianista ha tenuto concerti in Italia, in vari paesi europei, negli Stati Uniti, impegnato sulle letterature del ‘900 e contemporanee. È membro dell’équipe di ricerca del CESEM, Centro de Estudos de Sociologia e Estética Musical, della Universidade Nova di Lisbona ed autore di saggi e volumi pubblicati in Italia e all’estero. Attualmente è docente di Composizione al Conservatorio di musica di Trento. Dello stesso Conservatorio è stato direttore dal 2005 al 2011. È  Faculty Member e artist in residence, a partire dal 2012, presso la Italian School del Middlebury College, negli Stati Uniti.

Un incontro culturale sul tema dell’antigiudaismo con i professori Giuliana Adamo (Trinity College Dublin) e Ugo Morelli (Università di Bergamo)

24 Febbraio 2017
10:30 ama12:00 pm
5:00 pma6:30 pm

Per “Sapere e futuro”, manifestazione organizzata dall’Associazione Culturale “Piazza del Mondo”, che da novembre dell’anno scorso dispiega il suo programma articolato tra incontri di studio e concerti, è la volta di una coppia di eventi su un tema problematico e spinoso che attraversa l’Occidente carsicamente. Si parla di antigiudaismo in un incontro culturale (in programma venerdì 24 febbraio, al mattino all’Aula Magna del Liceo Vittoria a Trento, e nel pomeriggio alla Biblioteca Civica di Rovereto); mentre un concerto (in programma sabato 25 febbraio alle ore 20.30 alla Sala Filarmonica di Rovereto) presenta musiche di autori ebrei perseguitati, che hanno trovato la morte in campo di concentramento o sono fuggiti, costretti al dispatrio.

Ci soffermiamo qui sull’incontro culturale che si tiene Venerdì 24 febbraio  e si presenta in due differenti declinazioni:  al mattino, alle 10.30, nell’Aula Magna del Liceo Vittoria  di Trento, rivolto elettivamente all’ambiente scolastico, a studenti e professori,  e poi, nel pomeriggio dello stesso giorno,  alla Biblioteca Civica “G. Tartarotti” di Rovereto, per un pubblico più vario e articolato. In entrambi casi l’incontro è guidato da due studiosi riconosciuti rispetto al tema: Giuliana Adamo (docente al Trinity College Dublin) e Ugo Morelli (professore all’Università di Bergamo).

I due studiosi dialogheranno sul tema cruciale dell’antisemitismo.L’occasione di questo incontro nasce dalla recente pubblicazione in Italia della traduzione di un testo americano che sta facendo molto discutere oltreoceano e in Europa: Antigiudaismo. La tradizione occidentale (dello storico David Nirenberg, 2013), tradotto da Paolo Cherchi e Giuliana Adamo e uscito da Viella nel 2016. Si tratta di una sofferta, affascinante e inquietante ricostruzione di oltre due millenni di storia, che privilegia la continuità delle idee e delle pratiche antigiudaiche rispetto alle fasi di rottura. Un grande affresco, dalle origini ad oggi, della parabola d’odio contro gli ebrei che, per Nirenberg, è componente costitutiva del pensiero occidentale.

Ugo Morelli, professore presso l’Università di Bergamo

Giuliana Adamo e Ugo Morelli dialogheranno sui temi trattati nel libro di Nirenberg – che vanno dagli antichi Egizi alla Shoa, passando per San Paolo, Shakespeare, Voltaire, Marx (tra i tanti)  – e  sui problemi che essi suscitano tutt’oggi: a molti dei quali non c’è (forse) risposta. Un viaggio sul perché e sul come del farsi della nostra identità occidentale e dei suoi falsi miti.
Un incontro che invita alla riflessione per vincere i pregiudizi che oggi, come sempre, ci assediano e avviliscono anche e soprattutto (e questo è gravissimo) a nostra insaputa. Un’occasione da non perdere nel nostro tempo problematico in cui tutti siamo chiamati a dire no ad ogni tipo di indifferenza.

Ricordiamo quanto accadrà il  giorno successivo, sabato 25 febbraio, sempre nell’ambito della rassegna “Sapere e futuro”, in risonanza tematica con quanto trattato nell’incontro culturale, alla Sala Filarmonica di Rovereto, alle 20.30, un concerto dal titolo “La cenere e i dispersi”, tenuto dal duo Emanuele Dalmaso (sassofono), Cosimo Colazzo (pianoforte), con musiche di autori ebrei, che sono stati perseguitati dal nazismo, morti in campo di concentramento (come Ervin Schulhoff), o fuggiti fuori d’Europa (come Darius Milhaud, Bernhard Heiden, Paul Dessau, che ripararono negli Stati Uniti), o che, prefigurando l’apocalisse, lasciarono la Germania per coltivare l’idea e il sogno dello stato ebraico in Palestina (come Paul Ben-Haim, che, formatosi ai linguaggi della tradizione colta europea, musicalmente volle seguire certi rami popolari ebraici, innervati di una storia nomade e di accenti medio-orientali).

I due eventi in programma rientrano nella serie Sapere e Futuro, incontri tra Scienza e Umanesimo, organizzata e promossa per il 2016-2017 dalla neonata associazione culturale Piazza del Mondo, presieduta dalla professoressa Giuliana Adamo (Trinity College Dublin), con sede a Trento,  inaugurata lo scorso 4 novembre con Vittore Bocchetta (classe 1918), uno degli ultimi sopravvissuti all’inferno nazista; proseguita il 2 dicembre, sempre al MUSE, con il neuroscienziato Gianluigi Gessa;  quindi il 16 dicembre, al liceo Rosmini di Rovereto, con lo storico Mario Isnenghi; e ancora il 20 gennaio, al Muse, con il fisico Eugenio Coccia che ha incantato la platea con le onde gravitazionali. La manifestazione  – realizzata grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e di Rovereto e della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige; alla  collaborazione con l’Associazione Culturale MotoContrario, il MUSE, l’Associazione filarmonica di Rovereto, la Biblioteca Civica “G. Tartarotti” di Rovereto;  e al patrocinio del Comune di Rovereto, del Museo Storico Italiano della Guerra e dell’Accademia Roveretana degli Agiati; media partner Corriere del Trentino – ha come obiettivo quello di divulgare il sapere, offrire spunti, intessere relazioni, soprattutto a vantaggio del futuro dei giovani,  grazie all’intervento di studiosi ed esperti delle discipline più diverse.

L’ingresso è libero, sia agli incontri culturali che al concerto.

I protagonisti dell’incontro culturale sul tema dell’Antigiudaismo

Giuliana Adamo, docente presso il Trinity College di Dublino. Pic Paul Sharp/SHARPPIX

Giuliana Adamo, laurea in Filologia italiana, phd in teoria della letteratura e linguistica, insegna alla School of Literatures, Languages and Cultural Studies del Trinity College dell’università di Dublino. Tra le sue pubblicazioni: L’ultimo dono di Quetzalcoatl. Viaggio intorno al cioccolato e divagazioni (2001), Metro e ritmo nel primo Palazzeschi (2003), La parola scritta e pronunciata. Nuovi saggi sulla narrativa di Vincenzo Consolo (2006), Luigi Meneghello. Volta la carta la ze finia. Biografia per immagini (2008), Paolo Cherchi. Erudizione e leggerezza. Saggi di filologia comparativa (2012), Vittore Bocchetta. Una vita contro. Ribelle, antifascista, deportato, esule, artista (2012), L’inizio e la fine. I confini del romanzo nel canone occidentale (2013), About Umberto Eco (2015).

Ugo Morelli, professore all’Università di Bergamo

Ugo Morelli, laurea in Scienze Politiche, è professore di  Scienze umane e sociali all’università di Bergamo. Esperto nell’analisi delle relazioni asimmetriche, del conflitto e del potere. Tra le sue pubblicazioni: Incertezza e Organizzazione. Scienze cognitive e crisi della retorica manageriale (2009), Mente e Bellezza. Arte, creatività e innovazione (2010), Mente e Paesaggio. Una teoria della vivibilità (2011), Contro l’indifferenza (2013), Il conflitto generativo (2014), L’anima della macchina. Verso un essenzialismo emergente nel rapporto tra architettura e paesaggio (2014).

Eugenio Coccia, grande fisico delle onde gravitazionali, a Trento, per l’Associazione culturale Piazza del Mondo, al MUSE, venerdì 20 gennaio

20 Gennaio 2017
10:00 ama12:00 pm

Venerdì 20 gennaio 2017, al MUSE (Museo delle Scienze)  di Trento, alle 10.00, in Sala Conferenze, il Professore Eugenio Coccia – fisico sperimentale di fama mondiale –  offrirà  al pubblico presente una riflessione dal titolo La scoperta delle onde gravitazionali.

Uno dei grandi protagonisti della ricerca scientifica in Italia e nel mondo parla in termini divulgativi di quella che è una scoperta epocale, di come la conoscenza di essa possa avere implicazioni di grande rilevanza per la nostra vita e per la vita sulla Terra.

Si tratta del quarto appuntamento della serie Sapere e Futuro, incontri tra Scienza e Umanesimo, organizzata e promossa per il 2016-2017 dalla neonata associazione culturale Piazza del Mondo, presieduta dalla professoressa Giuliana Adamo (Trinity College Dublin), con sede a Trento,  inaugurata lo scorso 4 novembre con Vittore Bocchetta (classe 1918), uno degli ultimi sopravvissuti all’inferno nazista; proseguita il 2 dicembre, sempre al MUSE, con il neuroscienziato Gianluigi Gessa e il 16 dicembre, al liceo Rosmini di Rovereto, con lo storico Mario Isnenghi. La manifestazione  – realizzata grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e di Rovereto e della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige; alla  collaborazione con l’Associazione Culturale MotoContrario, il MUSE, l’Associazione filarmonica di Rovereto, la Bibliteca Civica “G. Tartarotti” di Rovereto;  e al patrocinio del Comune di Rovereto, del Museo Storico Italiano della Guerra e dell’Accademia Roveretana degli Agiati – ha come obiettivo quello di divulgare il sapere, offrire spunti, intessere relazioni, soprattutto a vantaggio del futuro dei giovani,  grazie all’intervento di studiosi ed esperti delle discipline più diverse.

Il professor Coccia spiegherà al suo pubblico cosa sono le onde gravitazionali, quale è la loro relazione con i buchi neri, come ci sono state rivelate, cosa rappresentano nella vita dell’uomo  e della Terra. Accompagnerà il pubblico attraverso uno dei misteri dell’immensità dell’universo, continuando un viaggio a cui, dal 7 gennaio 1610  – quando Galileo per la prima volta nella storia alzò il suo telescopio verso il cielo –  al 14 settembre 2015  – quando due grandi sensibilissimi microfoni registrano per la prima volta le vibrazioni dello spazio-tempo -, hanno partecipato, ciascuno a suo tempo, i fisici più importanti del mondo (da Newton a Einstein a Chandrasekhar inter alii).

Eugenio Coccia è Professore Ordinario di Fisica Sperimentale all’Università di Roma “Tor Vergata” e Direttore del Gran Sasso Science Institute, Scuola di dottorato e Centro INFN a L’Aquila, recentemente riconosciuto come nuova Scuola Universitaria Superiore. La sua attività scientifica è svolta nel campo della fisica astroparticellare, in particolare nella ricerca delle onde gravitazionali. Importantissimi i suoi contributi allo sviluppo dei rivelatori risonanti criogenici ed è tra gli autori della recente rivelazione diretta delle onde gravitazionali e delle fusioni di coppie di buchi neri. La sua straordinaria carriera lo ha visto passare per: Roma (laurea alla La Sapienza), il CERN (Fellowship), Frascati e Gran Sasso (laboratori INFN), Leida (università in Olanda). Responsabile di molte collaborazioni nazionali e internazionali, membro di molti consigli e comitati di esperti. Eletto membro della prestigiosa Academia Europaea nel 2015.

Dalla vista dei corpi celesti al suono dell’universo: una grande lezione da non perdere alla ricerca, sempre, di buone novae che ci illumino sulla nostra condizione di piccoli in  un universo oscuro, immenso, affascinante.

L’ingresso all’incontro è libero.


Venerdì 20 gennaio 2017 | Trento | MUSE, Museo delle Scienze, Sala Conferenze – Corso del Lavoro e della Scienza 3

10:00  | RICERCA SCIENTIFICA E CULTURA. LA SCOPERTA DELLE ONDE GRAVITAZIONALI

Incontro con Eugenio Coccia

Rettore della Scuola Universitaria Superiore “Gran Sasso Science Institute”, Professore Ordinario di Fisica Sperimentale

Uno dei grandi protagonisti della ricerca scientifica in Italia e nel mondo, parla di quella che si presenta come  una scoperta epocale: le onde gravitazionali. In termini divulgativi, con le capacità comunicative che gli sono  riconosciute, parla della realtà fisica delle onde gravitazionali e di come la conoscenza di essa possa avere  implicazioni di grande rilevanza per la vita umana e per la vita sulla terra.   Direttore del Gran Sasso Science Institute (Centro di Studi Avanzati dell’INFN) e Professore Ordinario di Fisica  all’Università di Roma “Tor Vergata”, Eugenio Coccia è un fisico sperimentale. Il suo campo di attività è la  fisica astroparticellare, in particolare la ricerca e lo studio delle onde gravitazionali.    

Ingresso libero


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Voci compositive dalla Grande Guerra. Un concerto di Cosimo Colazzo con un programma di autori che la vissero direttamente al fronte o dall’interno della vita civile. Per ‘Sapere e futuro’ alla Sala Filarmonica di Rovereto

18 Dicembre 2016
6:00 pma8:00 pm

Dopo l’incontro culturale che l’Associazione culturale ‘Piazza del Mondo’ ha realizzato (venerdì 16 dicembre alle 10.45 al Liceo Rosmini di Rovereto) nell’ambito della manifestazione ‘Sapere e futuro’, sul tema della Grande Guerra, con il grande storico Mario Isnenghi, professore emerito dell’Università di Venezia e autore di saggi imprescindibili sull’argomento, è la volta, ora, di un concerto pianistico del massimo interesse, perché indaga, nella chiave musicale, il periodo storico e quell’evento – la guerra mondiale – che interrogò fortemente le identità di tutti. Gli intellettuali e gli artisti furono spinti a prendere una più forte posizione, anche per quanto riguarda la loro ricerca, i loro linguaggi. Anche qu le identità erano poste di fronte alla necessità di scegliere, esprimere un’opzione, qualificare la ricerca, renderla più radicale.

Il concerto, tenuto dal pianista e compositore Cosimo Colazzo, è in programma (sempre nell’ambito di ‘Sapere e futuro’) domenica 18 dicembre alle ore 18 alla Sala FIlarmonica di Rovereto (in Corso Rosmini 86). Presenta musiche di autori che hanno vissuto in diretta la guerra ai vari fronti: come Bliss, inglese, ufficiale di artiglieria, ferito e intossicato dai gas; Schulhoff ceco, che la combattè in Galizia contro il fronte russo, anche lui ferito nel corpo e provato psicologicamente; Miaskovskij, che la combattè, viceversa, dalla parte dei russi, e per il quale la guerra fu l’evento decisivo – come scrive – che richiese una nuova e diversa precisione del suo linguaggio. Ci sono poi coloro che, impegnati nella dimensione civile, scrivono apposite composizioni, per sostenere la propria parte, riflettendo insieme sulla realtà cruda della guerra: così Debussy e il nostro Mascagni (in opere diverse nello stile dei due autori, e comunque sobrie e antiretoriche). Oppure Casella, interventista, ma presto consapevole della catastrofe comunque irredimibile che è questa particolare guerra, vorace e quasi senza un orizzonte finale: le sue opere dure e dissonanti, che significano, all’epoca, proprio qesto stato di dura lacerazione della coscienza. Nel programma sono incluse alcune opere di Colazzo, che nella ritmica fredda e inesorabile, oppure nei silenzi estremi, testimoniano di un’attuale riflessione sulla guerra, e anche di una protesta contro.

Gli eventi di ‘Sapere e futuro’ sono organizzati dall’Associazione culturale ‘Piazza del Mondo’ in collaborazione con l’Associazione Filarmonica di Rovereto econ l’Associazione MotoContrario di Trento, con il contributo di Fondazione CARITRO e Regione Autonoma Trentino Alto Adige, con il patrocinio di Accademia Roveretana degli Agiati, Museo storico della Guerra, Comune di Rovereto, mentre media partner è il quotidiano ‘Corriere del Trentino’. Si sottolinea anche la collaborazione con vari istituti scolastici sul territorio.

L’ingresso al concerto è libero


DOMENICA 18 DICEMBRE 2016 


18:00 | Rovereto (TN) | Sala Filarmonica – Corso Rosmini 86


Concerto

UN SALTO NEL BUIO. MUSICA E GRANDE GUERRA

Pianista COSIMO COLAZZO


Ingresso libero


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PROGRAMMA

Nikolaj Jakovlevič Mjaskovskij (1881-1950) – Eccentricities sei pezzi per pianoforte (1917-1922) op. 25

Andante semplice – Allegro tenebroso e fantastico – Largo e pesante – Quieto – Allegro vivace – Molto sostenuto ed espressivo

Arthur Bliss (1891-1975) – Two Piano Pieces (1923)

‘Bliss’ (A One-Step) – The Rout Trot

Claude Debussy (1862-1918) – Berceuse héroique, pour rendre hommage au roi Albert I de Belgique et à ses soldats (1914)

Pietro Mascagni (1863-1945) – Sunt lacrymae rerum! (1914)

Alfredo Casella (1883-1947) – Sonatina (1916) op. 28

Allegro con spirito – Minuetto – Finale

 …………………………

Cosimo Colazzo (1964) – I fragorosi silenzi, la fine (2015) 

Igor Stravinskij (1882-1971) – Piano-rag-music (1919) 

Ervin Schulhoff (1894-1942) – Fünf Pittoresken (1919) op. 31

Foxtrot – Ragtime – In futurum – One-step – Maxixe

Cosimo Colazzo (1964) – Jeux de contrastes (2015)


NOTE BIOGRAFICHE DI COSIMO COLAZZO

Cosimo Colazzo, nato a Melpignano (Lecce) nel 1964, compositore, pianista, direttore d’orchestra, è autore di una vasta produzione, premiato, per sue opere, in concorsi nazionali e internazionali. La sua musica è stata eseguita in vari paesi europei, negli Stati Uniti, in America Latina, in Giappone, ed è pubblicata da Rai Trade – Contemporary. Come pianista ha tenuto concerti in Italia, in vari paesi europei, negli Stati Uniti, impegnato sulle letterature del ‘900 e contemporanee, con particolari apporti interpretativi e di ricerca artistica rispetto ad autori come Mjaskovskij, Schulhoff, Ustvolskaya, Lopes-Graça, Mompou, ecc. È membro dell’équipe di ricerca del CESEM, Centro de Estudos de Sociologia e Estética Musical, della Universidade Nova di Lisbona. Attualmente è docente di Composizione al Conservatorio di musica di Trento. Dello stesso Conservatorio è stato direttore dal 2005 al 2011. Faculty Member e artist in residence, a partire dal 2012, presso la Italian School del Middlebury College, negli Stati Uniti.


NOTE AL PROGRAMMA DEL CONCERTO

Un concerto pianistico con, in programma, autori che hanno vissuto direttamente la guerra su fronti opposti, come il russo Miaskovski, l’inglese Bliss, il ceco Schulhoff. Vengono presentate opere di quel periodo o subito successivo. L’esperienza della guerra è formativa del loro linguaggio musicale, lo precisa spesso in termini di protesta e di rifiuto della tradizione europea (Schulhoff; Bliss), o di un timbrismo scuro (Miaskovskij). Altri autori, nello stesso periodo, vivono la guerra da una prospettiva di vita civile, dentro una società che nondimeno è segnata dalla guerra. Anche qui opere che si rivolgono alla guerra con una sensibilità malinconica e ripiegata (Debussy; Mascagni), oppure risentendola nei termini della dissonanza e della atonalità (Casella).

Nikolaj Jakovlevič Mjaskovskij (1881-1950), Eccentricities: sei pezzi per pianoforte (1917-1922) op. 25. (Andante semplice; Allegro tenebroso e fantastico; Largo e pesante; Quieto; Allegro vivace; Molto sostenuto ed espressivo). Mjaskovskij combattè nelle fila dell’esercito russo durante la prima guerra mondiale, sul fronte che, in Galizia, opponeva i russi agli austriaci. Ricorda l’esperienza come un avvenimento decisivo rispetto alla sua ricerca, all’evoluzione del suo linguaggio e del suo stile, nonché come fattore di profonda trasformazione spirituale della persona. Così scrive: «La guerra ha profondamente arricchito la mia riserva d’impressioni interiori ed esteriori, e allo stesso tempo ha schiarito le mie idee musicali. La maggior parte delle mie composizioni del fronte ha un carattere, se non più chiaro, almeno più obiettivo». Fu ferito e, mentre era convalescente, si dedicò alla composizione della Sinfonia n. 4. Sempre negli anni della guerra compose la fortunatissima Sinfonia n. 5. L’esperienza della guerra è presente quando compone le prime idee per Eccentricities, opera che porterà a termine negli anni Venti, impregnata di timbriche scure, di fantasie sonore tenebrose richiamate da significative didascalie.

Arthur Bliss (1891-1975), Two Piano Pieces (1923) (‘Bliss’ [A One-Step]; The Rout Trot). Arthur Bliss ha  partecipato alla prima guerra mondiale, già subito all’avvio, come volontario nella British Army, servendo con onore nel corpo delle Grenadier Guards. “Il mio temperamento – scrive – mi richiede di assumere delle scelte e un ruolo attivo, non passivo. Io vedo me stesso in azione”. La sua musica procede in parallelo con questo suo atteggiamento estroverso, pronto a intervenire, partecipare. La Guerra coincide con un passaggio di maturazione della sua personalità, sotto il profilo umano come artistico. Ed è in una tale condizione di cambiamenti, che egli sta vivendo intensamente, che incontro il jazz. La sua formazione colta si apre a un’altra cultura, che lo colpisce davvicino, complice l’esperienza militare. Dal 1917 le truppe americane sono in Europa e portano con sé una musica nuova. I giovani europei ne sono affascinati. Bliss risponde adottando, in sue composizioni, riprese di ritmi, motivi, armonie, che vengono dal jazz, da nuove, bizzarre, scatenate danze che arrivano anche attraverso la radio e i grammofoni sempre più diffusi.

Claude Debussy (1862-1918), Berceuse héroique, pour rendre hommage au roi Albert I de Belgique et à ses soldats (1914) per pianoforte. La partitura, idealmente rivolta alla nazione belga, dichiara il suo essere solidale con il destino di quel popolo che, nel 1914, ha subito l’invasione tedesca, nonostante il  paese fosse neutrale. Si parla significativamente di «stupro del Belgio», per intendere quanto subìto dalla sua popolazione, vittima di veri e propri crimini di guerra, nonostante la salvaguardia sancita da patti internazionali. Debussy espresse parole di disapprovazione per la guerra, in quanto essa è radicalmente altro dall’Arte che inibisce e opprime. Il suo nazionalismo lo porta a sottolineare con forza il senso dell’identità francese –  che ha a che fare con specifiche linee evolutive della storia e con il maturare di una continuità coerente con le proprie tradizioni culturali – ma mai avrebbe esaltato, con la propria arte, la necessità della guerra, in quanto profondamente convinto della radicale incompatibilità tra le due.

Pietro Mascagni (1863-1945) Sunt lacrymae rerum! (1914) per pianoforte. È il contributo di Pietro Mascagni all’iniziativa dello scrittore Hall Caine, che aveva chiesto l’intervento di vari artisti europei per una pubblicazione comune, volta a celebrare la resistenza del Belgio contro la Germania, che aveva invaso il Belgio nonostante fosse neutrale. La pubblicazione, voluta e sostenuta dal «The Daily Telegraph» che ne sarà l’editore, è il King Albert’s Book. A Tribute to the Belgian King and People from Representative Men and Women throughout the World. Mascagni scrive un pezzo breve – il cui titolo, Sunt lacrimae rerum!, è ripreso dal verso 462 del I libro dell’Eneide – rappresentativo di una volontà di approfondimento nella commemorazione. La scrittura è volutamente disadorna, fatta di una melodia spoglia e soprattutto di accordi, mentre l’armonia si rende complessa e tende a evitare percorsi lineari e risolti.

Alfredo Casella (1883-1947), Sonatina (1916) op. 28 per pianoforte. Le opere che Alfredo Casella scrive nel periodo della Grande Guerra sono frutto di un’esperienza di ricerca radicale, che ribalta ogni stato convenzionale del suono. Sono partiture che ricercano l’urto, la dissonanza, che sentono l’armonia come esperienza timbrica, che estendono lo spettro della tastiera pianistica a cercare anche gli stati del rumore, della materia quasi informale. La ritmica a volte è ossessiva, primitiva. Il sogno della forma precisa e oggettiva, polemicamente anti-romantica, cui rinviano alcuni sottotitoli con il loro richiamo a formule storiche (si veda, ad esempio, il movimento interno, Minuetto), si mescola a questa ricerca che appare invece sostanzialmente aperta, dai confini non dati. È musica complessa, fortemente interrogativa e problematica, come i tempi storici che Casella sta vivendo.

Cosimo Colazzo (1964), I fragorosi silenzi, la fine (2015) per pianoforte. La guerra ci raggiunge nella forma di video che rivelano immagini di luce, come esplosioni senza suono. La nostra percezione, mediata da uno schermo, le vive irreali. Ma hanno carico di morte e di fine. Il compositore richiama quel silenzio che è di morte lontana: atroce morte silente, rallentata, distillata in un silenzio evaporato e stupefatto.  Silenzio fragoroso. Silenzio sensibilizzato e teso: per non dimenticare.

Igor Stravinskij (1882-1971), Piano-rag-music (1919) per pianoforte. Stravinskij ha molto vivo il senso della composizione come qualcosa di oggettivo, forma e materiali che si esaltano nelle loro qualità concrete, di ritmo, timbrica presente. Riduce per questo ogni nebbia espressiva, che tradisca la retorica dell’io. Ciò accade molto nella fase in cui vive la guerra (la prima del secolo che infiammi tutta Europa e il mondo), le sue conseguenze, esule volontario in Svizzera. Qui sperimenta il senso di un linguaggio ridotto, di forme essenziali. Come se, di fronte ad un evento cruciale e distruttivo, la vita assumesse consapevolezza di se stessa negli aspetti più puri e basici. L’attenzione per il jazz, visibile in alcune opere, tra cui Piano rag music (1919), gli serve come ulteriore apertura, verso un mondo culturale altro, capace di relativizzare o contrastare ironicamente alcune tradizioni retoriche. Ma l’accostamento al jazz è nel segno anche qui, di una distanza. Nessun abbandono. Dissonanze acide, accostamenti netti e senza sfumature, oggetti musicali diversi e sovrapposizioni, stratificazioni in piena evidenza

Ervin Schulhoff (1894-1942), Fünf Pittoresken (1919) op. 31 per pianoforte (Foxtrott, Ragtime, In futurum, One-step, Maxixe). Lo scoppio della prima guerra mondiale fu evento decisivo per Schuloff, ciò che lo forgiò e spinse il suo linguaggio in direzioni radicali. Fu arruolato nell’esercito austriaco. Inizialmente fu di stanza a Praga, ma poi combatté in Ungheria. Nel 1916 fu ferito alla mano da una granata e subì un grande shock nervoso. Nel 1917 combatté sul fronte russo. Alla fine della guerra sentì il peso di un’esperienza devastante. Ne emerse disilluso, ma anche con una grande rabbia, che esprimeva in opere provocatorie e sperimentali, anche dada, contro ogni residuo neoromantico, mentre politicamente accoglieva le idee socialiste. Dà spazio all’alterità del jazz, con il suo nerbo giovane e ritmico. Ma il suo gioco non è solo leggero se, nella leggerezza ironica, dirige lo sguardo direttamente verso il nulla, il vuoto, la pagina bianca. In un brano delle Fünf Pittoresken, dal titolo In futurum, visionario e ironico, irrora la pagina di sole pause e qualche gioco grafico, dando così spazio al silenzio, all’alterità forse dispersa. Un gioco o una seria interrogazione che anticipa di molti anni quanto Cage avrebbe più tardi trovato e messo in scena. Qui probabilmente con un diverso tessuto di significati, perché vi è iscritto il senso stravolto della guerra e del tramonto dell’Europa, divenuta un enorme campo di battaglia.

Cosimo Colazzo (1964), Jeux de contrastes (2015) Oggi la guerra è confinata in una dimensione asettica, ridotta a mera questione tecnica, di controllo e delimitazione razionale, professionale, di un male relativo. Lo scacchiere mondiale tutto riduce a gioco, dove la morte e la vita perdono il senso dei corpi e dei destini individuali. Così, paradossalmente, questo brano, esprime il senso del ritmo composito e multiforme, del ‘gioco’ e dei ‘contrasti’, e simultaneamente organizza e rapprende la sonorità – diversamente da altre opere dell’autore, che ambiscono al flusso di rapporto tra suono e silenzio – in una dimensione solida, precisa e netta.


INFO: segreteria@piazzadelmondo.it


Invito Concerto Cosimo Colazzo – programma di sala

Grande Guerra: i percorsi, talvolta paradossali, del patriottismo. Ne tratta il grande storico Mario Isnenghi, a Rovereto, per ‘Sapere e futuro’, manifestazione organizzata dall’Associazione culturale ‘Piazza del Mondo’

16 Dicembre 2016
10:45 ama12:30 pm

La Grande Guerra è un discrimine identitario forte. Trasforma coscienze individuali e collettive. Chiama alla storia periferie e margini. Le scelte – compiute o imposte dagli eventi che sopravanzano – non sono di facile revoca. La guerra impone la sua realtà e coinvolge intere masse di persone, che offrono il loro contributo anonimo a una guerra che impone una nuova mentalità e un nuovo metodo: guerra di trincea, di posizione, guerra tecnologica.

Ne tratta un grande storico, riferimento internazionale per gli studi sulla Prima Guerra Mondiale, Mario Isnenghi. All’Aula Magna del Liceo Rosmini di Rovereto, alle ore 10.45, per una conferenza dal titolo curioso quanto significativo: “Tra scaricalasino e il mondo. Se e come essere patrioti tra il 1914-1918”. L’ingresso è libero.

Nella conferenza Mario Isnenghi –  già docente nelle Università di Padova, Torino e Venezia, Isnenghi è attualmente Presidente dell’Iveser (Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea – parla di come fra il 1914 e il 1918 milioni di  uomini – ventenni, trentenni, quarantenni – sono richiamati dai loro villaggi senza storia a fare politica e fare storia. Molti di loro non l’avrebbero voluto, ma le circostanze scelgono per loro e li coinvolgono . La prima guerra mondiale è la leva di un cambiamento radicale delle identità, sia personali che collettive, fra quello che si era e  quello che si diventa: fra piccole e grandi patrie, fra Internazionale e Nazione, fra Imperi e Stati nazionali. Di queste dinamiche generali il Trentino può essere considerato allora un simbolo, oggi uno straordinario  osservatorio e pro-memoria.


Sempre sulla Grande Guerra l’evento successivo nel programma della manifestazione ‘Sapere e futuro’. Si tratta di un concerto pianistico, che terrà il pianista e compositore Cosimo Colazzo, alla Sala Filarmonica di Rovereto domenica 18 dicembre alle ore 18.


Gli eventi di ‘Sapere e futuro’ sono organizzati dall’Associazione culturale ‘Piazza del Mondo’ in collaborazione con l’Associazione Filarmonica di Rovereto econ l’Associazione MotoContrario di Trento, con il contributo di Fondazione CARITRO e Regione Autonoma di Trento, con il patrocinio di Accademia Roveretana degli Agiati, Museo storico della Guerra, Comune di Rovereto, mentre media partner è il quotidiano ‘Corriere del Trentino’. Si sottolinea anche la collaborazione con vari istituti scolastici sul territorio.Gli eventi di ‘Sapere e futuro’ sono organizzati dall’Associazione culturale ‘Piazza del Mondo’ in collaborazione con l’Associazione Filarmonica di Rovereto econ l’Associazione MotoContrario di Trento, con il contributo di Fondazione CARITRO e Regione Autonoma di Trento, con il patrocinio di Accademia Roveretana degli Agiati, Museo storico della Guerra, Comune di Rovereto, mentre media partner è il quotidiano ‘Corriere del Trentino’. Si sottolinea anche la collaborazione con vari istituti scolastici sul territorio.


L’ingresso agli eventi di ‘Sapere e futuro’ (incontri culturali e concerti) è libero


Di seguito il programma dei due eventi.


VENERDÌ 16 DICEMBRE 2016


10:45 | Rovereto (TN) | Liceo Antonio Rosmini, Aula Magna – Corso Bettini, 86

TRA SCARICALASINO E IL MONDO. SE E COME ESSERE PATRIOTI NEL 1914-1918

Conferenza di Mario Isnenghi, Professore Emerito (Università di Venezia)


mario-isnenghi

Un esperto della Grande Guerra, Mario Isnenghi – già docente nelle Università di Padova, Torino e Venezia, attualmente Presidente dell’Iveser (Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea)- parla di come fra il 1914 e il 1918 milioni di  uomini – ventenni, trentenni, quarantenni – sono richiamati dai loro villaggi senza storia a fare politica e fare storia. Molti di loro non l’avrebbero voluto, ma le circostanze scelgono per loro e li coinvolgono . La prima guerra mondiale è la leva di un cambiamento radicale delle identità, sia personali che collettive, fra quello che si era e  quello che si diventa: fra piccole e grandi patrie, fra Internazionale e Nazione, fra Imperi e Stati nazionali. Di queste dinamiche generali il Trentino può essere considerato allora un simbolo, oggi uno straordinario  osservatorio e pro-memoria.

Isnenghi è autore di numerosi lavori, tra i suoi libri sulla prima guerra mondiale: Il mito della Grande guerra. Da Marinetti a Malaparte [1970], nuova ed.  2014; L’Italia in piazza [1994], 2004; La tragedia necessaria. Da Caporetto all’otto settembre [1999], nuova ed. 2013; La grande guerra 1914-1918 (con Giorgio Rochat [2000], nuova ed. 2014; Convertirsi alla guerra. Liquidazioni, mobilitazioni e abiure nell’Italia tra il 1914 e il 1918, 2015.

Ingresso libero


INFO: segreteria@piazzadelmondo.it


Invito incontro culturale con Mario Isnenghiico_pdf


DOMENICA 18 DICEMBRE 2016 


18:00 | Rovereto (TN) | Sala Filarmonica – Corso Rosmini 86


Concerto

UN SALTO NEL BUIO. MUSICA E GRANDE GUERRA

Pianista COSIMO COLAZZO


Ingresso libero


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PROGRAMMA

Nikolaj Jakovlevič Mjaskovskij (1881-1950) – Eccentricities sei pezzi per pianoforte (1917-1922) op. 25

Andante semplice – Allegro tenebroso e fantastico – Largo e pesante – Quieto – Allegro vivace – Molto sostenuto ed espressivo

Arthur Bliss (1891-1975) – Two Piano Pieces (1923)

‘Bliss’ (A One-Step) – The Rout Trot

Claude Debussy (1862-1918) – Berceuse héroique, pour rendre hommage au roi Albert I de Belgique et à ses soldats (1914)

Pietro Mascagni (1863-1945) – Sunt lacrymae rerum! (1914)

Alfredo Casella (1883-1947) – Sonatina (1916) op. 28

Allegro con spirito – Minuetto – Finale

 …………………………

Cosimo Colazzo (1964) – I fragorosi silenzi, la fine (2015) 

Igor Stravinskij (1882-1971) – Piano-rag-music (1919) 

Ervin Schulhoff (1894-1942) – Fünf Pittoresken (1919) op. 31

Foxtrot – Ragtime – In futurum – One-step – Maxixe

Cosimo Colazzo (1964) – Jeux de contrastes (2015)


NOTE BIOGRAFICHE DI COSIMO COLAZZO

Cosimo Colazzo, nato a Melpignano (Lecce) nel 1964, compositore, pianista, direttore d’orchestra, è autore di una vasta produzione, premiato, per sue opere, in concorsi nazionali e internazionali. La sua musica è stata eseguita in vari paesi europei, negli Stati Uniti, in America Latina, in Giappone, ed è pubblicata da Rai Trade – Contemporary. Come pianista ha tenuto concerti in Italia, in vari paesi europei, negli Stati Uniti, impegnato sulle letterature del ‘900 e contemporanee, con particolari apporti interpretativi e di ricerca artistica rispetto ad autori come Mjaskovskij, Schulhoff, Ustvolskaya, Lopes-Graça, Mompou, ecc. È membro dell’équipe di ricerca del CESEM, Centro de Estudos de Sociologia e Estética Musical, della Universidade Nova di Lisbona. Attualmente è docente di Composizione al Conservatorio di musica di Trento. Dello stesso Conservatorio è stato direttore dal 2005 al 2011. Faculty Member e artist in residence, a partire dal 2012, presso la Italian School del Middlebury College, negli Stati Uniti.


NOTE AL PROGRAMMA DEL CONCERTO

Un concerto pianistico con, in programma, autori che hanno vissuto direttamente la guerra su fronti opposti, come il russo Miaskovski, l’inglese Bliss, il ceco Schulhoff. Vengono presentate opere di quel periodo o subito successivo. L’esperienza della guerra è formativa del loro linguaggio musicale, lo precisa spesso in termini di protesta e di rifiuto della tradizione europea (Schulhoff; Bliss), o di un timbrismo scuro (Miaskovskij). Altri autori, nello stesso periodo, vivono la guerra da una prospettiva di vita civile, dentro una società che nondimeno è segnata dalla guerra. Anche qui opere che si rivolgono alla guerra con una sensibilità malinconica e ripiegata (Debussy; Mascagni), oppure risentendola nei termini della dissonanza e della atonalità (Casella).

Nikolaj Jakovlevič Mjaskovskij (1881-1950), Eccentricities: sei pezzi per pianoforte (1917-1922) op. 25. (Andante semplice; Allegro tenebroso e fantastico; Largo e pesante; Quieto; Allegro vivace; Molto sostenuto ed espressivo). Mjaskovskij combattè nelle fila dell’esercito russo durante la prima guerra mondiale, sul fronte che, in Galizia, opponeva i russi agli austriaci. Ricorda l’esperienza come un avvenimento decisivo rispetto alla sua ricerca, all’evoluzione del suo linguaggio e del suo stile, nonché come fattore di profonda trasformazione spirituale della persona. Così scrive: «La guerra ha profondamente arricchito la mia riserva d’impressioni interiori ed esteriori, e allo stesso tempo ha schiarito le mie idee musicali. La maggior parte delle mie composizioni del fronte ha un carattere, se non più chiaro, almeno più obiettivo». Fu ferito e, mentre era convalescente, si dedicò alla composizione della Sinfonia n. 4. Sempre negli anni della guerra compose la fortunatissima Sinfonia n. 5. L’esperienza della guerra è presente quando compone le prime idee per Eccentricities, opera che porterà a termine negli anni Venti, impregnata di timbriche scure, di fantasie sonore tenebrose richiamate da significative didascalie.

Arthur Bliss (1891-1975), Two Piano Pieces (1923) (‘Bliss’ [A One-Step]; The Rout Trot). Arthur Bliss ha  partecipato alla prima guerra mondiale, già subito all’avvio, come volontario nella British Army, servendo con onore nel corpo delle Grenadier Guards. “Il mio temperamento – scrive – mi richiede di assumere delle scelte e un ruolo attivo, non passivo. Io vedo me stesso in azione”. La sua musica procede in parallelo con questo suo atteggiamento estroverso, pronto a intervenire, partecipare. La Guerra coincide con un passaggio di maturazione della sua personalità, sotto il profilo umano come artistico. Ed è in una tale condizione di cambiamenti, che egli sta vivendo intensamente, che incontro il jazz. La sua formazione colta si apre a un’altra cultura, che lo colpisce davvicino, complice l’esperienza militare. Dal 1917 le truppe americane sono in Europa e portano con sé una musica nuova. I giovani europei ne sono affascinati. Bliss risponde adottando, in sue composizioni, riprese di ritmi, motivi, armonie, che vengono dal jazz, da nuove, bizzarre, scatenate danze che arrivano anche attraverso la radio e i grammofoni sempre più diffusi.

Claude Debussy (1862-1918), Berceuse héroique, pour rendre hommage au roi Albert I de Belgique et à ses soldats (1914) per pianoforte. La partitura, idealmente rivolta alla nazione belga, dichiara il suo essere solidale con il destino di quel popolo che, nel 1914, ha subito l’invasione tedesca, nonostante il  paese fosse neutrale. Si parla significativamente di «stupro del Belgio», per intendere quanto subìto dalla sua popolazione, vittima di veri e propri crimini di guerra, nonostante la salvaguardia sancita da patti internazionali. Debussy espresse parole di disapprovazione per la guerra, in quanto essa è radicalmente altro dall’Arte che inibisce e opprime. Il suo nazionalismo lo porta a sottolineare con forza il senso dell’identità francese –  che ha a che fare con specifiche linee evolutive della storia e con il maturare di una continuità coerente con le proprie tradizioni culturali – ma mai avrebbe esaltato, con la propria arte, la necessità della guerra, in quanto profondamente convinto della radicale incompatibilità tra le due.

Pietro Mascagni (1863-1945) Sunt lacrymae rerum! (1914) per pianoforte. È il contributo di Pietro Mascagni all’iniziativa dello scrittore Hall Caine, che aveva chiesto l’intervento di vari artisti europei per una pubblicazione comune, volta a celebrare la resistenza del Belgio contro la Germania, che aveva invaso il Belgio nonostante fosse neutrale. La pubblicazione, voluta e sostenuta dal «The Daily Telegraph» che ne sarà l’editore, è il King Albert’s Book. A Tribute to the Belgian King and People from Representative Men and Women throughout the World. Mascagni scrive un pezzo breve – il cui titolo, Sunt lacrimae rerum!, è ripreso dal verso 462 del I libro dell’Eneide – rappresentativo di una volontà di approfondimento nella commemorazione. La scrittura è volutamente disadorna, fatta di una melodia spoglia e soprattutto di accordi, mentre l’armonia si rende complessa e tende a evitare percorsi lineari e risolti.

Alfredo Casella (1883-1947), Sonatina (1916) op. 28 per pianoforte. Le opere che Alfredo Casella scrive nel periodo della Grande Guerra sono frutto di un’esperienza di ricerca radicale, che ribalta ogni stato convenzionale del suono. Sono partiture che ricercano l’urto, la dissonanza, che sentono l’armonia come esperienza timbrica, che estendono lo spettro della tastiera pianistica a cercare anche gli stati del rumore, della materia quasi informale. La ritmica a volte è ossessiva, primitiva. Il sogno della forma precisa e oggettiva, polemicamente anti-romantica, cui rinviano alcuni sottotitoli con il loro richiamo a formule storiche (si veda, ad esempio, il movimento interno, Minuetto), si mescola a questa ricerca che appare invece sostanzialmente aperta, dai confini non dati. È musica complessa, fortemente interrogativa e problematica, come i tempi storici che Casella sta vivendo.

Cosimo Colazzo (1964), I fragorosi silenzi, la fine (2015) per pianoforte. La guerra ci raggiunge nella forma di video che rivelano immagini di luce, come esplosioni senza suono. La nostra percezione, mediata da uno schermo, le vive irreali. Ma hanno carico di morte e di fine. Il compositore richiama quel silenzio che è di morte lontana: atroce morte silente, rallentata, distillata in un silenzio evaporato e stupefatto.  Silenzio fragoroso. Silenzio sensibilizzato e teso: per non dimenticare.

Igor Stravinskij (1882-1971), Piano-rag-music (1919) per pianoforte. Stravinskij ha molto vivo il senso della composizione come qualcosa di oggettivo, forma e materiali che si esaltano nelle loro qualità concrete, di ritmo, timbrica presente. Riduce per questo ogni nebbia espressiva, che tradisca la retorica dell’io. Ciò accade molto nella fase in cui vive la guerra (la prima del secolo che infiammi tutta Europa e il mondo), le sue conseguenze, esule volontario in Svizzera. Qui sperimenta il senso di un linguaggio ridotto, di forme essenziali. Come se, di fronte ad un evento cruciale e distruttivo, la vita assumesse consapevolezza di se stessa negli aspetti più puri e basici. L’attenzione per il jazz, visibile in alcune opere, tra cui Piano rag music (1919), gli serve come ulteriore apertura, verso un mondo culturale altro, capace di relativizzare o contrastare ironicamente alcune tradizioni retoriche. Ma l’accostamento al jazz è nel segno anche qui, di una distanza. Nessun abbandono. Dissonanze acide, accostamenti netti e senza sfumature, oggetti musicali diversi e sovrapposizioni, stratificazioni in piena evidenza

Ervin Schulhoff (1894-1942), Fünf Pittoresken (1919) op. 31 per pianoforte (Foxtrott, Ragtime, In futurum, One-step, Maxixe). Lo scoppio della prima guerra mondiale fu evento decisivo per Schuloff, ciò che lo forgiò e spinse il suo linguaggio in direzioni radicali. Fu arruolato nell’esercito austriaco. Inizialmente fu di stanza a Praga, ma poi combatté in Ungheria. Nel 1916 fu ferito alla mano da una granata e subì un grande shock nervoso. Nel 1917 combatté sul fronte russo. Alla fine della guerra sentì il peso di un’esperienza devastante. Ne emerse disilluso, ma anche con una grande rabbia, che esprimeva in opere provocatorie e sperimentali, anche dada, contro ogni residuo neoromantico, mentre politicamente accoglieva le idee socialiste. Dà spazio all’alterità del jazz, con il suo nerbo giovane e ritmico. Ma il suo gioco non è solo leggero se, nella leggerezza ironica, dirige lo sguardo direttamente verso il nulla, il vuoto, la pagina bianca. In un brano delle Fünf Pittoresken, dal titolo In futurum, visionario e ironico, irrora la pagina di sole pause e qualche gioco grafico, dando così spazio al silenzio, all’alterità forse dispersa. Un gioco o una seria interrogazione che anticipa di molti anni quanto Cage avrebbe più tardi trovato e messo in scena. Qui probabilmente con un diverso tessuto di significati, perché vi è iscritto il senso stravolto della guerra e del tramonto dell’Europa, divenuta un enorme campo di battaglia.

Cosimo Colazzo (1964), Jeux de contrastes (2015) Oggi la guerra è confinata in una dimensione asettica, ridotta a mera questione tecnica, di controllo e delimitazione razionale, professionale, di un male relativo. Lo scacchiere mondiale tutto riduce a gioco, dove la morte e la vita perdono il senso dei corpi e dei destini individuali. Così, paradossalmente, questo brano, esprime il senso del ritmo composito e multiforme, del ‘gioco’ e dei ‘contrasti’, e simultaneamente organizza e rapprende la sonorità – diversamente da altre opere dell’autore, che ambiscono al flusso di rapporto tra suono e silenzio – in una dimensione solida, precisa e netta.


INFO: segreteria@piazzadelmondo.it


Invito Concerto Cosimo Colazzo – programma di sala

 

Gianluigi Gessa, farmacologo e neuroscienziato, parla di dipendenze. Al MUSE venerdì 2 dicembre, alle 10. Di seguito, alle 11, un concerto di Dalmaso e Mattevi con musiche contemporanee e del ‘900

2 Dicembre 2016
10:00 ama12:00 pm

piazza-del-mondo-pubblicita-dicembre-ottimizzato-archiviabileIl secondo appuntamento del programma di ‘Sapere e futuro’, manifestazione promossa dall’Associazione ‘PIazza del Mondo’, è dedicato al tema delle dipendenze.

Un tema complesso, che dirama le sue implicazioni in tante direzioni, dal campo sociale, a quello giuridico, a quello medico, delle neuroscienze e della farmacologia.

Qusti ultimi importanti punti di osservazione, che riguardano soprattutto le scienze, sono richiamati richiamati nell’incontro culturale che è in programma venerdì 2 dicembre al MUSE, Museo delle Scienze a Trento, a partire dalle ore 10.

Uno scienziato spiegherà i complessi meccanismi che nel cervello si attivano nei contesti delle dipendenze. A intervenire è Gianluigi Gessa, professore emerito dell’Università di Cagliari: un neuropsichiatra e farmacologo di fama mondiale, attivo tra Stati Uniti e Italia, protagonista della ricerca sul funzionamento del cervello.

Gessa spiega l’universo composito delle dipendenze che include cibo,  alcol, sostanze stupefacenti,  gioco d’azzardo. Il cervello ha le sue droghe endogene che produce naturalmente e senza le quali non potremmo vivere. Le sostanze assunte esternamente ne condizionano e alterano il funzionamento. Lo scienziato fa comprendere come quelle sostanze agiscono, come reagisce il cervello, il perché della dipendenza. Spiega perché è necessario evitarle, senza  pregiudizi moralistici,  ma con la chiarezza dei fatti, mostrando come  funzionano scientificamente il cervello e le sostanze che intervengono sui neurotrasmettitori. Un viaggio affascinante dentro il cervello umano.

Gessa, docente di Neuropsicofarmacologia e direttore del Dipartimento di Neuroscienze all’Università di Cagliari, responsabile del gruppo italiano sullo studio delle dipendenze da droghe e da farmaci, ha lavorato al National Institutes of Health di Bethesda (Maryland) diretto da Bernard Beryl Brodie e allo Scripps Research Institute di La Jolla (California) prima del ritorno  in Italia.

A seguire, alle ore 11:00 si tiene un concerto nella stessa sala del MUSE con due giovani e affermati musicisti, Andrea Mattevi alla viola e Emanuele Dalmaso ai sassofoni, che propongono un programma di musiche nuove e di improvvisazioni.

Di seguito il programma della giornata, che prevede l’incontro culturale e di seguito il concerto.

VENERDÌ 2 DICEMBRE 2016

Trento | MUSE, Museo delle Scienze, Sala Conferenze – Corso del Lavoro e della Scienza 3


10:00  | STORIA E MITO DELLE DIPENDENZE: DROGA, CIOCCOLATO, GIOCO D’AZZARDO

Conferenza di Gianluigi Gessa, Professore Emerito (Università di Cagliari)


11:00  | Concerto > MUSICHE NUOVE E IMPROVVISAZIONI

Emanuele Dalmaso (sassofoni) – Andrea Mattevi (viola)


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Un neuropsichiatra e farmacologo di fama mondiale, attivo tra Stati Uniti e Italia, protagonista della ricerca sul funzionamento del cervello, spiega l’universo composito delle dipendenze che include cibo,  alcol, sostanze stupefacenti,  gioco d’azzardo. Il cervello ha le sue droghe endogene che produce naturalmente e senza le quali non potremo vivere. Le sostanze assunte esternamente ne condizionano e alterano il funzionamento. Lo scienziato fa comprendere come quelle sostanze agiscono, come reagisce il cervello, il perché della dipendenza. Spiega perché è necessario evitarle, senza  pregiudizi moralistici,  ma con la chiarezza dei fatti, mostrando come  funzionano scientificamente il cervello e le sostanze che intervengono sui neurotrasmettitori. Un viaggio affascinante dentro il cervello umano.

Gessa, docente di Neuropsicofarmacologia e direttore del Dipartimento di Neuroscienze all’Università di Cagliari, responsabile del gruppo italiano sullo studio delle dipendenze da droghe e da farmaci, ha lavorato al National Institutes of Health di Bethesda (Maryland) diretto da Bernard Beryl Brodie e allo Scripps Research Institute di La Jolla (California) prima del ritorno  in Italia. 

Ingresso libero

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INFO: segreteria@piazzadelmondo.it


File di promozione degli eventi di venerdì 2 dicembre 2016filetype-jpg-icon

Invito eventoico_pdf

Vittore Bocchetta apre gli eventi di ‘Sapere e futuro’

4 Novembre 2016
9:00 ama11:00 am
5:30 pma7:30 pm

pubblicita-novembreVittore Bocchetta, intellettuale antifascista e resistente, deportato nei lager nazisti, apre gli incontri di ‘Sapere e futuro’. Il 4 novembre, al mattino a Mezzolombardo all’Istituto Martini, e il pomeriggio all’Istituto delle Arti Liceo Vittoria. Ad introdurre gli incontri, a Mezzolombardo Giuliana Adamo, docente del Trinity College di Dublino, autrice di una biografia di Bocchetta (Vittore Bocchetta. Una vita contro), edita da CUEC (casa editrice dell’Università di Cagliari) nel 2012; e, a Trento, Gustavo Corni, docente di Storia contemporanea all’Università di Trento;  qui sono programmati anche gli interventi di: Giuliana Adamo; Guariente Guarienti (avvocato, testimone della biografia di Bocchetta a Verona); Enrico Franco (direttore del ‘Corriere del Trentino’).

Vittore Bocchetta, oggi novantottenne, mente lucidissima, vita da cosmopolita, intellettuale e artista, sarà presente e dialogherà con il pubblico.

Di seguito il programma della giornata di incontri.

VENERDÌ 4 NOVEMBRE 2016


9:00 |Mezzolombardo (TN) | Istituto di Istruzione Martino Martini, Aula Magna – Via Perlasca, 4

ARTE E RESISTENZA. VITTORE BOCCHETTA, ANTIFASCISTA PERSEGUITATO E DEPORTATO, ARTISTA E PENSATORE

Incontro con Vittore Bocchetta a cura di Giuliana Adamo (Trinity College Dublin)


17:30 | Trento | Istituto di Istruzione delle Arti, Liceo Vittoria – Aula Magna – Via Zambra 3

PRESENTAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE PIAZZA DEL MONDO        

INCONTRO CON VITTORE BOCCHETTA.  Introduzione di Gustavo Corni (Università di Trento). Partecipano Giuliana Adamo (autrice di Vittore Bocchetta. Una vita contro, CUEC), Guariente Guarienti (avvocato, amico e testimone della vita di Bocchetta a Verona),  Enrico Franco (direttore Corriere del Trentino)


vittorebocchettafoto-libro-su-bocchetta

Incontro con un protagonista della Resistenza italiana, Vittore Bocchetta, internato nei lager nazisti in Germania in quanto antifascista e partigiano. Intellettuale, letterato e artista, protagonista di una vita esemplare, mente duttile, cosmopolita, vissuto tra le Americhe e l’Italia, incontra  spesso i giovani dialogando con loro: porta la storia in presa diretta nel mezzo della loro esperienza formativa. Dopo la Resistenza, Bocchetta si trasferisce prima in Argentina  e Venezuela, poi negli Stati Uniti, insegnando italiano e spagnolo in diverse  scuole e università e sviluppando, in parallelo, il suo talento artistico come pittore e scultore. A Chicago  studia, crea, espone, e scrive vari volumi. Alla fine degli anni  Ottanta  torna in Italia stabilendosi a Verona. È stato nominato Presidente Onorario della FIAP (Federazione Italiana Associazioni Partigiane).

Gustavo Corni – esperto di storia sociale e politica dell’agricoltura tedesca dal Settecento al Novecento, storia della Prima Guerra Mondiale, storia dell’ebraismo orientale, storia dell’occupazione militare tedesca in Europa 1939-1945, storia dei rapporti culturali e delle reciproche immagini tra Italia e Germania nell’Otto-Novecento, memoria della Seconda guerra mondiale in Italia e in Germania – parla dell’esperienza di Vittore Bocchetta.

Il pubblico presente è invitato a partecipare al dialogo con Vittore Bocchetta.

Ingresso libero


INFO: segreteria@piazzadelmondo.it


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Invito evento – Martiniico_pdf

Invito evento – Vittoriaico_pdf